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Vino, via libera a zonazione dell’Alto Adige: riconosciute 86 Uga

AttualitàVino, via libera a zonazione dell'Alto Adige: riconosciute 86 Uga

Concluso iter avviato dal Consorzio: ulteriore passo verso l’unicità
Milano, 19 ott. (askanews) – Via libera alla zonazione del vino dell’Alto Adige. Sono 86 le Unità geografiche aggiuntive (Uga) identificate in dettaglio e riconosciute dal ministero dell’Agricoltura e che potranno quindi in futuro essere indicate in etichetta al fianco della Denominazione “Alto Adige Doc”.
“Il compito di suddividere le varie zone e decidere quali fossero i vitigni più adatti alle varie parcelle è stato aeegnato a commissioni composte nelle varie località vinicole da agronomi, enologi, viticoltori, produttori ed esperti di storia della viticoltura” ha spiegato il presidente del Consorzio Vini Alto Adige e della Cantina Kurtatsch, Andreas Kofler, al termine dell’iter di approvazione avviato diversi anni fa dall’ente consortile
Alla base del concetto di zonazione, e dunque per arrivare a definire le aree omogenee, c’è la consapevolezza che la qualità delle uve e del vino è condizionata innanzitutto dal terroir e dal microclima, oltre che dall’altitudine, dalla pendenza del terreno, dall’irraggiamento solare, dalle correnti ascensionali calde, dalla circolazione dell’aria e dalle precipitazioni. Oltre a questo “abbiamo attribuito enorme importanza anche al legame che queste zone hanno con la storia” ha evidenziato il vicepresidente del Consorzio e titolare della Tenuta J. Hofstatter di Termeno, Martin Foradori, precisando che “grazie al Catasto Teresiano della metà del XVIII secolo siamo stati in grado di risalire ai nomi storicamente attribuiti alle zone di coltivazione”.
Oltre alla zonazione geografica, sono stati definiti anche i vitigni più adatti alle singole parcelle. “È importante precisare che il viticoltore potrà comunque continuare a coltivare, anche nelle Uga definite, i vitigni ammessi in Alto Adige” ha puntalizzato Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige, rimarcando che “tuttavia, a poter essere identificati come vini da Unità geografica aggiuntiva, saranno solo quelli prodotti da varietà selezionate dagli esperti: a seconda della UGA, possono anche esserci fino a cinque vitigni diversi ma ci sono Unità per le quali sono stati selezionati solo uno o due vitigni”.
“Con una riduzione della quantità del 25% rispetto alla quantità ammessa per la Doc Alto Adige, ci assicuriamo anche che la qualità di questi speciali vini subisca un ulteriore incremento” ha proseguito Kofler, mentre Foradori ha tenuto a sottolineare che “il nostro obiettivo è portare nella bottiglia le speciali caratteristiche delle diverse zone: ‘terroir’ non deve essere solo un concetto per il marketing ma deve essere un elemento riconoscibile anche nel bicchiere”.
Un’ulteriore novità è rappresentata dal “pittogramma” specificamente realizzato dal Consorzio Vini Alto Adige: in etichetta, oltre all’indicazione della zona, il produttore dovrà riportare anche questo disegno, dando così in futuro ai consumatori la possibilità di distinguere più facilmente queste bottiglie. “Se come già avvenuto per i modelli adottati da altre famose zone vinicole – ha concluso Kofler – il nostro progetto riuscirà ad affermarsi, queste zone potranno diventare sinonimo di grandi vini, unici e inconfondibili”.
Foto: Sudtirol Wein Benjamin Pfitscher

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