Bortone: per i migliori vini 2025 ho abolito note di degustazione
Milano, 8 ott. (askanews) – E’ stata pubblicata la settima edizione della “Guida Top 100 – I migliori vini italiani 2025”, che in oltre 350 pagine (nel formato digitale) raccoglie il meglio della produzione enologica del nostro Paese secondo la redazione di winemag.it, il “wine magazine indipendente” diretto dal giornalista Davide Bortone.
Come sempre, la guida si distingue per il suo taglio alternativo e per la passione con la quale va alla ricerca e propone nuovi produttori. È il caso della “Cantina dell’anno del Nord Italia”, la ligure Cà du Ferrà, artefice, tra l’altro, del rilancio del dimenticato vitigno autoctono Ruzzese, o dell’azienda (anche lei vincitrice nella medesima categoria) guidata dal giovanissimo Ivan Sosol, “nuovo astro del Collio”, o ancora, di Luca Leggero, produttore di Erbaluce di Caluso premiato come “Cantina Rivelazione 2025”. Tutt’altro che scontati anche i “Vini dell’anno”, spesso lontani dai circuiti più battuti dalla critica enologica “tradizionale”. Ampia e preziosa anche la selezione dei “Vini quotidiani”, quelli caratterizzati da un interessante rapporto qualità-prezzo.
Diverse le novità che accompagnano l’edizione 2025, la più importante delle quali è l’abolizione delle note di degustazione. “Una scelta drastica, speriamo definitiva, dettata dalla presa di coscienza dell’inutilità della sfilza di sentori-profumi e sapori, veri o immaginari, troppo spesso elargiti, un ‘tot al chilo’ da questo o quel degustatore” spiega Bortone, sottolineando che “ci sarà sempre chi sentirà più pesca che albicocca, più sandalo di monaco tibetano che reminiscenze di farina di ciabatta, più erba appena sfalciata che ricordi di pino mugo valdostano”. Per Bortone serve “un linguaggio semplice e diretto, capace di arrivare a tutti”, e quindi le bottiglie qui sono descritte con una manciata di punti, da 1 a 10, che definiscono quanto sia floreale, fruttato, speziato, fresco, tannico, sapido, alcolico, armonico, facile da bere e abbinabile, nonché quale sia il periodo migliore per stapparla. Il tutto accompagnato da un voto in centesimi, in continuità (questo sì) con la critica internazionale di settore.
“Snodo importante nella costruzione della Guida Winemag è poi il desiderio di sotterrare l’ascia dell’integralismo e di quello che ci piace definire ‘razzismo enologico’: ciò che deve colpire è il vino nel calice, non la filosofia produttiva, ‘convenzionale’, ‘naturale’, ‘biologico’ e via dicendo” prosegue il fondatore di Winemag, aggiungendo che “l’altro focus della guida è su produttori e vignaioli che puntano sulla valorizzazione delle espressioni dei singoli Cru del proprio parco vigneti, alla parcellizzazione e alla valorizzazione della macro eccellenza nella micro-selezione. Un modo – conclude – per premiare il coraggio dei produttori che osano”.
Per farsi un’idea del taglio di questa guida ecco alcuni dei principali premi assegnati: “Cantina dell’anno 2025 del Sud Italia” è la campana Fontanavecchia, quella “Bio” la siciliana Valle dell’Acate (Sicilia). “Miglior vino italiano 2025” è “Alto Adige Doc Riserva Pinot Nero 2020 Burgum Novum” di Castelfeder, mentre il miglior rosso è il “Toscana Igt 2020 Tenuta Il Pareto” di Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, il miglior rosato il “Costa d’Amalfi Doc Rosato 2023” di Marisa Cuomo, e il miglior bianco il “Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2021 Moss Blanc, Santa Barbara” di Stefano Antonucci. Le migliori bolle sono andate a tre vini: “Vsq Metodo classico Pinot Nero Extra Brut Blanc de Noir Roccapietra” di Scuropasso, il “Valdobbiadene Docg Rive di Santo Stefano Extra Dry 2023 Nazzareno Pola” di Andreola e il “Moscato d’Asti Docg 2023” di Fabio Perrone.