Cirio: primo sito piemontese a ottenere il prestigioso riconoscimento
Milano, 19 dic. (askanews) – I vigneti eroici della Dora Baltea canavesana con le loro pergole, i pilun in pietra e calce e i balmetti scavati nella roccia fra le ripide pendici del Mombarone e la Serra di Ivrea, diventano patrimonio nazionale del paesaggio rurale. Un decreto firmato ieri dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida ha iscritto i “Paesaggi Terrazzati Viticoli e Agricoli del Mombarone” al Registro nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali.
Si tratta del primo sito del Piemonte a venire ammesso al prestigioso registro tenuto del Masaf, che dal 2012 riunisce e tutela i più peculiari paesaggi rurali tradizionali o di interesse storico, le pratiche e le conoscenze tradizionali correlate della nostra Nazione. Il dossier di candidatura era stato presentato al Masaf nell’aprile 2022 dall’Unione Montana Mombarone in qualità di Ente capofila, che riunisce i Comuni di Andrate, Carema, Nomaglio e Settimo Vittone. La prima scheda di proposta era partita fin dal 2018 con capofila il Comune di Carema.
“L’iscrizione nel registro nazionale è un grande orgoglio e ringrazio il ministro Francesco Lollobrigida per raccolto l’istanza giunta dal territorio affinché fosse riconosciuto l’unicità di un paesaggio e della sua vocazione agricola e rurale come patrimonio collettivo” ha commentato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, aggiungendo che “mi fa particolarmente piacere che questo riconoscimento avvenga proprio quest’anno, nel quale festeggiamo il decennale di Langhe Monferrato e Roero patrimonio Unesco. Quella della tutela del nostro patrimonio naturale – ha proseguito – è una strada tracciata sulla quale vogliamo continuare a investire perché la qualità di una comunità si mostra anche nella sua capacità di custodire e valorizzare il territorio in cui abita. Mi auguro – ha concluso il governatore – che questo esempio sia di stimolo a nuove candidature che portino altri paesaggi rurali piemontesi a ottenere il riconoscimento che meritano”.
I vigneti del Mombarone vanno così a raggiungere altri 36 paesaggi italiani leggendari come le colline del Prosecco di Conegliano, i muretti a secco di Pantelleria, i terrazzamenti delle Cinque Terre, le colline di Pienza e Montepulciano.
Nelle motivazioni si sottolinea il “forte valore storico e culturale, rappresentato da un complesso sistema di terrazzamenti che ben esprime le necessità delle comunità contadine di un tempo di rendere produttivo un sempre maggior numero di superfici plasmando interi versanti”. “La vite – si legge ancora – è la coltivazione storica per eccellenza, alla quale è stata dedicata la costruzione dei terrazzamenti e che è legata alla presenza di due elementi di unicità fortemente identitari: i pilun, colonne tronco-coniche in pietra e calce che hanno la funzione di sostenere la pergola caremiese che rappresenta il metodo tradizionale di allevamento della vite, e i balmetti, cantine scavate nella roccia che sfruttano l’aria che filtra tra le rocce della montagna retrostante per mantenere costante temperatura e umidità. I vigneti che caratterizzano il paesaggio in questione possono essere definiti sia eroici che storici”. “Le analisi spaziali effettuate – evidenziano le motivazioni – hanno dimostrato come circa il 71% della superficie del sito sia rimasto immutato negli ultimi decenni”.
Foto di Giulio Morra