di Emanuele Nuccitelli e Marta Tartarini
ROMA – Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha firmato la precettazione dello sciopero in programma il 29 novembre nel settore dei trasporti. L’agitazione, proclamata da Cgil e Uil, rientra nello sciopero generale contro la manovra. Le organizzazioni sindacali, dal canto loro, hanno definito la decisione del ministro “una lesione grave” e hanno annunciato che sarà impugnata.
SALVINI: PRECETTAZIONE SCIOPERO PER EVITARE ENNESIMO VENERDÌ DI CAOS
“Per evitare agli italiani l’ennesimo venerdì di caos, ho deciso di intervenire direttamente, riducendo a quattro ore lo sciopero indetto da alcuni sindacati per venerdì. Landini dice che sto limitando il diritto di sciopero? In due anni e poco più di governo, 949 scioperi effettuati in Italia”. Lo afferma il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, in un video in cui spiega le ragioni della precettazione firmata in vista dello sciopero in programma il 29 novembre.”Quindi diritto allo sciopero sì, ma anche diritto al lavoro per la stragrande maggioranza degli italiani è l’impegno che mi sono preso”, aggiunge Salvini.
CGIL: PRECETTAZIONE SCIOPERO LESIONE GRAVE, LA IMPUGNEREMO
“Attenderemo gli atti, li valuteremo e poi la necessità sarà quella ovviamente di impugnarli e di procedere nella direzione che già purtroppo abbiamo avuto modo di riscontrare in precedenti scioperi generali”. Così la segreteria nazionale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli, al termine della riunione al Mit in cui il ministro Matteo Salvini ha annunciato la precettazione in vista dello sciopero di venerdi. Per la Cgil la precettazione è una “grave lesione del diritto di sciopero”.
“Prendiamo atto che nel tentativo di conciliazione per cui siamo stati convocati il ministro non era interessato a conoscere le ragioni per cui abbiamo deciso di confermare lo sciopero nelle modalità in cui lo abbiamo proclamato”, osserva Gabrielli. A chi gli chiede se i sindacati si rivolgeranno al Tar, risponde: “Valuteremo in virtù di come sarà argomentata la precettazione, ma non escludiamo neanche di approfondire tutte le vie necessarie alla tutela in primis dello sciopero generale e dei lavoratori a cui viene leso questo diritto”.
CGIL: SALVINI DÀ I NUMERI MA NON PENSA A RIMUOVERE CAUSE
“Invece di dare i numeri, il ministro Salvini si dovrebbe domandare perché ci sono tante lavoratrici e lavoratori che sono costretti a scioperare per rivendicare i loro diritti e un salario adeguato”, afferma Gabrielli in una nota. “Dalle nostre rilevazioni, nel tpl, dove operano nel territorio nazionale circa mille aziende tra pubbliche e private, negli ultimi 24 mesi – precisa la dirigente sindacale – la media mensile è stata di 17 scioperi. Nei 19 mesi del governo Gentiloni, dal 2016 al 2018, la media mensile degli scioperi è stata pari a 22. Mentre, durante il governo Renzi, in 34 mesi, la media mensile è stata di 18 scioperi”.
Per Gabrielli, “se la questione centrale diventa la quantità degli scioperi e non le cause la questione non è più quella del contemperamento degli interessi, che anche la legge tutela, ma si vuole limitare il diritto di sciopero. Al ministro bisogna inoltre ricordare – aggiunge la segretaria confederale – che gli scioperi vengono proclamati nel rispetto delle fasce di garanzia e dei presidi minimi dei servizi a tutela degli utenti. L’oggetto della discussione che riguarda il 29 novembre è la compressione dello sciopero generale e delle sue regole, ma al Ministro conviene far finta di non capire”, conclude la segretaria confederale.
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