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Verso un ordine basato sulle regole nel Mar Cinese Meridionale

AttualitàVerso un ordine basato sulle regole nel Mar Cinese Meridionale

di ENRIQUE A. MANALO

Segretario per gli Affari Esteri della Repubblica delle Filippine

Le potenti repubbliche marinare italiane hanno contribuito immensamente alla comprensione della geografia mondiale e alla scoperta di molte delle rotte di navigazione marittime che vengono utilizzate ancora oggi, dando luce, durante l’era delle esplorazioni, al mondo oltre le coste dell’Europa.

Oggi l’Italia è una luce guida negli affari marittimi globali.

Lo testimoniano le priorità tematiche della Presidenza italiana del G7, racchiuse nel suo stesso logo: un ulivo attraversato da un’onda blu a rappresentare il Mediterraneo, il “mare di mezzo” che collega i due grandi spazi marittimi del mondo, l’Atlantico e l’Indo-Pacifico.

Questo logo ci ricorda anche che il mondo è interconnesso e che gli sviluppi nell’Indo-Pacifico hanno effetti profondi anche sul resto del mondo.

In nessun luogo ciò è più evidente che nelle acque del Mar Cinese Meridionale.

Il mese scorso, un analista finanziario internazionale ha detto alla CNBC che “[il] Mar Cinese Meridionale è la rotta di navigazione più preziosa al mondo, nei termini del valore del commercio che lo attraversa”. Ogni anno, questo spazio è attraversato da oltre il 30 percento di tutto il commercio marittimo globale (una stima di 3,37 trilioni di dollari americani) e da 50.000 navi mercantili e circa il 50 percento delle petroliere del mondo.

La regione del Mar Cinese Meridionale raccoglie il 12 percento del pescato mondiale e si trova al centro del Triangolo dei Coralli, che ospita oltre 6.500 specie marine, il 60 percento dei pesci conosciuti al mondo e oltre 300 specie di coralli. Si stima che più della metà delle imbarcazioni da pesca del mondo svolga attività di pesca in queste acque.

L’importanza del Mar Cinese Meridionale per la regione indo-pacifica e per il mondo non può essere sottovalutata.

è pertanto deplorevole che si cerchi di reinterpretare la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, trattando una vasta area del Mar Cinese Meridionale come acque nazionali, nonostante la Convenzione definisca con chiarezza le zone marittime degli Stati costieri, nonché i loro diritti e obblighi all’interno di tali zone.

Il lodo arbitrale del 2016 sul Mar Cinese Meridionale, d’altro canto, ha stabilito in via definitiva lo status dei diritti storici e dei diritti marittimi e ha confermato i diritti sovrani e la giurisdizione delle Filippine all’interno della sua zona economica esclusiva.

Ha dichiarato che le richieste eccedenti limiti geografici e sostanziali delle zone marittime nell’ambito dell’UNCLOS non hanno alcun effetto giuridico. Il lodo ha confermato che vi sono sacche di alto mare nel Mar Cinese Meridionale, garantendo così, in questo spazio marittimo, libertà di navigazione e di sorvolo.

Tuttavia, delimitare il Mar Cinese Meridionale con delle linee tratteggiate su una mappa e intraprendere azioni coercitive per far rispettare questo regime illegale influisce negativamente sulla libertà di navigazione, sul commercio e sugli scambi internazionali, sulla pesca globale e sulla salute della biodiversità marina della regione.

Costruire isole artificiali su rocce e bassofondi emergenti dalla bassa marea distrugge le barriere coralline e gli ecosistemi marini, essenziali per la salute del nostro pianeta e per il sostentamento delle nostre popolazioni.

Le narrazioni che dipingono il Mar delle Filippine occidentali come un mero palcoscenico per la rivalità di grandi potenze della regione confondono nella comprensione della complessa situazione esistente e distraggono dal vero nocciolo della questione: un paese sta scegliendo di ignorare il diritto internazionale, in particolare la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, come affermato dal lodo arbitrale del 2016, e i legittimi diritti e interessi degli stati costieri, come le Filippine.

Data l’importanza del Mar Cinese Meridionale, è fondamentale che la comunità mondiale prenda atto dell’importanza di rafforzare un ordine marittimo basato sul diritto nel Mar Cinese Meridionale.

Le Filippine, l’Italia e l’Unione Europea in generale, riconoscono che un ordine internazionale basato sul diritto nei beni comuni globali è un prerequisito per uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

Tutte le nazioni, indipendentemente dalle dimensioni, dallo status o dal peso politico ed economico, devono rispettare il diritto internazionale e devono cooperare per garantire che queste regole siano rispettate da tutti.

La sfida davanti alla quale ci troviamo è quella di garantire che tutti i paesi sostengano gli stessi principi, fondati sul diritto internazionale, tra cui l’UNCLOS, che ci consentiranno di costruire fiducia e sicurezza, e impedire che le controversie degenerino in violenti scontri.

L’impegno per la libertà di navigazione e di sorvolo nel Mar Cinese Meridionale, per risolvere le controversie territoriali e giurisdizionali con mezzi pacifici, senza ricorrere alla minaccia o all’uso della forza, e per esercitare autocontrollo nella conduzione di attività che complicherebbero o aggraverebbero le controversie, sono essenziali a questo proposito.

Le Filippine, da parte loro, scelgono la diplomazia anziché la forza o la minaccia della forza.

Noi continuiamo a lavorare a stretto contatto con partner e amici, tra cui l’Italia, l’Unione Europea e i paesi del G7, per affrontare queste sfide attraverso il dialogo e le consultazioni amichevoli, senza pregiudicare la nostra sovranità, i nostri diritti sovrani e la nostra giurisdizione in conformità con il diritto internazionale e in particolare con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS).

Continuiamo inoltre a impegnarci con la Cina e con gli altri stati richiedenti attraverso meccanismi bilaterali consolidati e guidati dall’ASEAN, tra cui i negoziati per un Codice di condotta per il Mar Cinese Meridionale che coinvolga l’ASEAN e la Cina.

La trasparenza e la sensibilizzazione sulla situazione reale in campo e degli incidenti contribuiranno inoltre a contrastare le false narrazioni e a creare una base più solida per il funzionamento della diplomazia.

Per questo, il governo delle Filippine ha lavorato a stretto contatto con i media per garantire che il pubblico sia a conoscenza dei fatti.

Questi sforzi costituiscono una parte essenziale del nostro impegno per un ordine internazionale basato sul diritto. I nostri amici dei media sono stati in grado di riferire su questi sviluppi liberamente, senza forzature e intimidazioni da parte del nostro governo.

In quest’epoca in cui le persone vengono bersagliate da un flusso incessante di informazioni non verificate, inaccurate e fuorvianti diffuse sui social media, il ruolo della stampa e la sua collaborazione con il governo nel garantire che il pubblico venga ben informato sulle questioni inerenti, diventa ancora più critico.

Una stampa libera, che riporta gli eventi così come sono, è il segno distintivo di una vera democrazia. E siamo grati ai nostri partner nei media internazionali che apprezzano e condividono lo stesso rispetto per la difesa della verità.

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