ROMA – “La comunicazione di una istituzione europea non può essere quella di un politico o di un’impresa; quindi noi partiamo analizzando i target per capire cosa interessa di più alle persone e soprattutto ai giovani, tramite attività online ma anche offline: l’obiettivo è stringere rapporti i più duraturi possibile”. A spiegare come funzionano i social del Parlamento europeo in Italia è Valeria Fiore, responsabile comunicazione del Parlamento europeo a Roma.
X, INSTAGRAM E YOUTUBE
L’esperta, che interviene alla prima giornata del Corso europeo per giovani giornalisti e content creator nella redazione romana dell’agenzia Dire, parte descrivendo gli approcci a seconda delle varie piattaforme. “Il nostro profilo X è tra i più grandi tra quelli degli Stati membri- informa Fiore- ed è un mezzo su cui veicoliamo messaggi in modo più formale, mentre su Instagram creiamo network con contatti anche ravvicinati con chi interagisce con i nostri post”, oppure “collaboriamo tramite post o reel anche con pagine emergenti”.
Su Youtube invece, spiega Fiore, “pubblichiamo le nostre attività: i breefing pre-plenaria oppure le campagne”. Ancora la responsabile: “Ad esempio, di recente abbiamo lanciato ‘Voglio un pianeta così’, sulla lotta al cambiamento climatico, dove persone dello spettacolo ci raccontano come la pensano su uno degli argomenti più cari ai giovani”.
Niente TikTok invece, per una esigenza di “tutela dei dati”, chiarisce Fiore.
C’è poi il debunking, ossia la caccia alle fake news: “Collaboriamo con tante testate per lottare contro disinformazione e false notizie, favorendo un’informazione il più corretta possibile”.
Fiore continua: “Collaboriamo con una community di 30mila giovani volontari in tutta Europa che organizza attività sull’Unione europea, che noi supportiamo, su temi che scelgono loro”. L’obiettivo finale, conclude la responsabile, “è creare legami online e offline”.
L’articolo Valeria Fiore (Ue): “Ma quanto è social l’Europarlamento” proviene da Agenzia Dire.
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