(Adnkronos) – Mentre il Cremlino smentisce la telefonata Trump-Putin, un’allerta aerea è scattata stamattina in quasi tutta l’Ucraina a causa del decollo di un gran numero di bombardieri russi, dopo una serie di attacchi. Sono otto i bombardieri strategici Tupolev Tu-95 che si stanno dirigendo verso l’Ucraina, secondo un messaggio diramato si Telegram dall’aeronautica ucraina.
Nella notte, almeno sei persone sono state uccise e una ventina altre ferite negli attacchi russi a Mykolaiv e Zaporizhzhia, nel sud del Paese, secondo le autorità locali. “Sono scoppiati incendi negli edifici residenziali della città e tutti i servizi di emergenza sono sul posto”, ha scritto su Telegram il governatore della regione di Mykolaiv, Vitaly Kim, riferendo cinque morti e un ferito. “I russi hanno nuovamente attaccato la nostra città con i droni”, aveva riferito in precedenza il sindaco di Mykolaiv Oleksandr Senkevich.
L’attacco a Zaporizhzhia è avvenuto poco dopo l’una di notte. Un uomo è morto nell’attacco, ha riferito il governatore regionale Ivan Fedorov. Almeno altre 21 persone sono rimaste ferite, tra cui cinque minorenni. Otto persone sono state ricoverate in ospedale, tra cui il bambino di 4 anni, ha aggiunto Fedorov. La Russia ha effettuato tre attacchi contro la città usando bombe Fab-500, ha riferito la Polizia nazionale. Un attacco ha parzialmente distrutto un edificio residenziale di due piani. Gli altri attacchi hanno danneggiato un dormitorio e una concessionaria di automobili.
E’ invece di almeno 5 morti il bilancio dell’attacco russo che ha colpito Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. Lo denuncia via Telegram il governatore Vitaliy Kim, che parla di un attacco messo a segno con un drone kamikaze e di fiamme divampate e presto domate in un palazzo di diversi piani e in un altro edificio privato. Una donna risulta ferita.
“Non corrisponde assolutamente a realtà”. Così il Cremlino nega che il presidente russo Vladimir Putin abbia avuto un colloquio telefonico con Donald Trump dopo la vittoria di quest’ultimo alle elezioni presidenziali americane del 5 novembre, come riportato ieri dal Washington Post. “E’ pura invenzione – ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov – E’ semplicemente un’informazione falsa”.
Intanto la Russia ha anche radunato 50.000 uomini, compresi soldati nordcoreani, per sferrare l’assalto ai reparti dell’Ucraina e riconquistare la regione di Kursk, occupata da Kiev sin dall’inizio di agosto. Il piano russo per la svolta nella guerra prende forma, come delinea il New York Times sulla base di informazioni e news provenienti da fonti americane e ucraine.
Il contributo di migliaia di soldati inviati da Kim Jong-un per sostenere Vladimir Putin appare determinante. Gli uomini messi a disposizione da Pyongyang e addestrati nelle ultime settimane in diverse basi russe consentono a Mosca di non modificare i propri piani nelle altre zone calde del fronte.
Secondo una nuova valutazione di Washington, la Russia sta ammassando forze nel Kursk senza bisogno di ritirare soldati dall’est dell’Ucraina – la sua principale priorità sul campo di battaglia – permettendo a Mosca di premere ora su più fronti contemporaneamente.
Le truppe russe hanno già recuperato parte del territorio conquistato dall’Ucraina oltre il confine e continuano a spingere nel Donetsk. Nelle ultime ore, in particolare, secondo il ministero della Difesa è stata conquistata la località di Volchenka, non lontano da Kurakhove, nel distretto di Pokrovsk.
Nel Kursk, secondo i funzionari americani, i russi stanno da tempo minacciando le posizioni ucraine con attacchi missilistici e fuoco di artiglieria, ma non hanno ancora iniziato l’assalto decisivo. Da Kiev affermano di aspettarsi nei prossimi giorni un attacco che coinvolga anche le truppe nordcoreane, visto che da giorni soldati di Mosca e Pyongyang si addestrano insieme per l’offensiva.
I funzionari americani sono fiduciosi che le truppe ucraine difficilmente lasceranno le loro posizioni e che le forze russe e nordcoreane subiranno probabilmente pesanti perdite, simili a quelle subite dalla Russia in Ucraina orientale.
Secondo gli analisti militari statunitensi, il numero attuale di morti e feriti delle truppe russe ammonta a una media di oltre 1.200 al giorno, soprattutto a causa delle avanzatissime tattiche di fuoco d’artiglieria in possesso di Kiev, che si sono rivelate devastanti per Mosca e lo saranno probabilmente anche per i nordcoreani, che combattono solo come fanteria leggera, senza disporre di veicoli corazzati.
Tuttavia, se la Russia dovesse guadagnare slancio, potrebbe non fermarsi al confine, ma tentare di respingere le forze ucraine ancora più lontano. Per i funzionari americani ancora non è chiaro se Kim Jong-un autorizzerà le sue forze a condurre operazioni prolungate in Ucraina o se queste sono destinate solo alla controffensiva del Kursk. Alcuni ritengono che la Corea del Nord potrebbe ordinare alle sue truppe di fermarsi al confine senza entrare in Ucraina.
Mosca, rispetto a Kiev, riesce a garantire un ricambio in prima linea riversando nuove risorse umani al fronte. Putin continua ad avere a disposizione ‘carne da cannone’ nonostante abbia perso quasi 700mila uomini tra morti e feriti dall’inizio della guerra. Il mese di ottobre appena concluso è stato pesantissimo secondo i numeri che emergono da un’intervista alla Bbc del capo di Stato Maggiore della Difesa del Regno Unito, l’ammiraglio Tony Radakin. Il militare parla di un “prezzo straordinario” per i russi mentre prosegue quella che il Cremlino avviò come “operazione militare speciale”.
“La Russia sta per raggiungere i 700.000 morti o feriti”, dice parlando di perdite per “piccole porzioni di territorio”. “Non c’è dubbio che la Russia stia ottenendo successi tattici e territoriali e che stia facendo pressioni sull’Ucraina”, aggiunge. Osserva, però, che Putin sta destinando più del 40% della spesa pubblica per difesa e sicurezza, un “onere enorme” per la Federazione che non fornisce un bilancio dei suoi caduti.