BOLOGNA – Il caso ‘svelato’ ieri sera dalla trasmissione Mediaset “Fuori dal coro”, quello di una signora di Modena in attesa da tre anni che riceve l’appuntamento per l’operazione alla schiena proprio mentre la troupe tv bussa alle porte dell’ospedale Rizzoli, scatena il centrodestra in Regione, nel pieno della campagna elettorale per viale Aldo Moro.
Nel mirino il direttore generale dello Ior Anselmo Campagna, seguito invano dall’inviato di Mario Giordano nel servizio mandato in onda ieri sera.
Simone Pelloni, oggi nella lista civica di Elena Ugolini, considera “necessarie le dimissioni immediate del direttore generale Campagna, nominato direttamente dall’ex presidente Stefano Bonaccini, in quanto questo l’episodio mette in discussione la credibilità e la correttezza della dirigenza dell’Ospedale Rizzoli”.
È “inaccettabile- afferma l’ex Lega- che un’operazione così delicata venga fissata solo a seguito delle pressioni giornalistiche mediatiche, ignorando la necessità di una gestione equa e trasparente delle liste d’attesa troppo spesso chiuse. La salute dei cittadini non può essere trattata in questo modo”. Dura anche Fratelli d’Italia.
“Siamo allo sbando totale, se dobbiamo chiamare tv e giornali per avere un appuntamento, peraltro poi fissato nel giro di pochi giorni”, afferma un altro consigliere regionale, Luca Cuoghi.
“Cosa ne pensa l’assessore regionale alla salute? Come pensa di poter risolvere nella prossima legislatura, lui che ha scelto come slogan elettorale ‘la sanità prima di tutto’, i problemi che lui stesso ha creato? Così come successo alla signora del servizio, temo che queste risposte non arrivino per i prossimi anni”.
Invita a fare chiarezza anche la capogruppo uscente di Fdi in Regione Marta Evangelisti.
“Un’attesa di tre anni per un intervento alla schiena, in una Regione che si vanta di essere esempio di buona sanità- afferma Evangelisti- è intollerabile e dimostra solo come la tutela della saluta dei cittadini sia stata derubricata dalla Regione a voce secondaria che può essere sacrificata a bilanci e riorganizzazioni insensate”. Sul tema delle liste d’attesa, ma senza fare riferimento al caso del Rizzoli, interviene anche la leghista Maura Catellani.
“Prenotare una prestazione sanitaria in Emilia-Romagna è ancora un’impresa. E mentre il tempo passa il malato non curato, peggiora”, afferma Catellani, che sottolinea come “il grido d’allarme lanciato dai sindacati e il recente intervento dei Nas all’Asl di Modena evidenzino come la sanità regionale sia ormai al collasso”. Sul fronte del centrosinistra, invece, la dem Marcella Zappaterra si concentra sui tagli operati dal Governo.
“Dal 21 ottobre in Emilia-Romagna è partita la campagna di immunizzazione tramite anticorpi monoclonali nirsevimab dei bambini contro il virus respiratorio sinciziale, la principale causa della bronchiolite in età infantile”, è l’esempio riportato.
“Una misura per la quale come gruppo Pd abbiamo lavorato in questi ultimi mesi. Per noi questa prestazione dovrebbe essere garantita in tutta Italia perché la salute dei bambini è un patrimonio collettivo. Il Governo l’aveva promesso per poi fare dietrofront a poche ore da un primo annuncio e sono molte le Regioni che – al contrario della nostra – non possono provvedere alla somministrazione. Quasi tutte quelle del sud Italia”.
L’articolo Tre anni per una visita medica alla schiena: il caso tv che imbarazza il ‘Rizzoli’ di Bologna proviene da Agenzia Dire.
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