Sarà un accidentato percorso istituzionale
Roma, 4 dic. (askanews) – Quale sarà lo sbocco della crisi politica sudcoreana, iniziata ieri sera con la proclamazione della legge marziale e proseguita nella notte con la revoca del provvedimento, dopo che l’Assemblea nazionale ha votato in questo senso? Il colpo di mano fallito del presidente Yoon Suk-yeol porta a diversi scenari, che nelle prossime settimane si concretizzeranno probabilmente in passaggi importanti e, forse, traumatici.
Il Partito democratico d’opposizione, che è maggioranza nel parlamento, stamani ha dato a Yoon 48 ore per dimettersi o affrontare l’impeachment.
I partiti di opposizione hanno già presentato una mozione di impeachment oggi, dando ai membri dell’Assemblea nazionale un periodo tra 24 e 72 ore per votare sull’impeachment, altrimenti si dovrà procedere con un’indagine tramite il Comitato legislativo e giudiziario.
Lo scenario più plausibile al momento è che la mozione d’impeachment venga discussa in una riunione plenaria giovedì e che un risultato venga raggiunto entro venerdì o sabato. Se approvata, la mozione dovrà passare al vaglio della Corte costituzionale, la quale si pronuncerà nei prossimi mesi. Nel caso in cui venga confermata, la Corea del Sud si avvierà verso elezioni presidenziali anticipate.
Durante questo periodo, i poteri presidenziali saranno sospesi dal momento in cui l’Assemblea Nazionale approverà la mozione di impeachment fino alla decisione della Corte costituzionale.
Per l’impeachment del presidente è necessario che la mozione venga proposta da oltre la metà dei rappresentanti totali dell’Assemblea nazionale e approvata dai due terzi o più dei parlamentari nel loro complesso (non quindi dei soli presenti al voto). In Corea del Sud ci sono 300 parlamentari, il che significa che 151 o più rappresentanti devono proporre la mozione, e che deve essere approvata da almeno 200 rappresentanti affinché la Corte Costituzionale possa iniziare a esaminare la mozione.
Il Partito del potere del popolo (PPP), dalle cui fila proviene Yoon, dispone di 108 seggi nell’Assemblea Nazionale, mentre il Partito Democratico (DP) ne ha 170. Ieri, 190 parlamentari hanno votato contro la legge marziale. Ne mancano in tutto 10, otto del PPP, per avere i due terzi necessari. L’obiettivo è raggiungibile, anche perché diciotto parlamentari del PPP, che sono tra i 190 che hanno votato per revocare lo stato di emergenza e la legge marziale, sono noti per essere vicini a Han Dong-hoon, il leader del PPP, che ha definito la mossa di Yoon “sbagliata”. Tuttavia, il percorso è complesso e non ci sono garanzie che porti a meta.
Se l’Assemblea nazionale approverà la mozione di impeachment, Yoon non potrà più esercitare i suoi poteri presidenziali già a partire da questa domenica, pur restando nella residenza presidenziale di Yongsan. In questo caso, il primo ministro Han Duck-soo assumerà il ruolo di presidente ad interim, anche se questi ha offerto, con tutto il governo, le sue dimissioni al presidente.
La Corea del Sud ha già avuto due casi recenti di impeachment dei leader. Uno è stato quello del defunto ex presidente Roh Moo-hyun, nel 2004, l’altro quello della presidente Park Geun-hye del 2017. Nel 2004, 193 dei 272 parlamentari votarono per l’impeachment di Roh, ma la Corte costituzionale respinse la mozione con un voto di tre contro sei. Nel caso della presidente Park, 234 dei 300 parlamentari votarono per l’impeachment, che fu poi ratificato da tutti e otto i giudici della Corte costituzionale.
La Corte costituzionale ha 180 giorni per emettere una sentenza, ma potrebbe dare priorità all’impeachment e giungere a una decisione entro pochi mesi. Nel caso di Roh lo fece in due mesi, per Park tre.
C’è tuttavia un altro problema. La Corte costituzionale è composta da nove giudici: tre nominati dall’Assemblea nazionale, tre dal presidente, tre dal capo della Corte suprema. Attualmente, però, tre seggi sono vacanti e, in base alla legge, per deliberare dovrebbero esservi sette giudici in carica. La Corte ha sospeso temporaneamente l’Articolo 23 della Legge sulla Corte costituzionale, che richiede la partecipazione di almeno sette giudici per esaminare una mozione, rendendo legale l’esame con sei giudici, ma non la deliberazione finale. L’Assemblea nazionale dovrà quindi nominare almeno un giudice per completare il processo di impeachment. Tra l’altro, anche il presidente deve ancora approvare la nomina di un giudice e, se ci sarà impeachment, toccherà al primo ministro Han di nominarlo.
I possibili sbocchi finali della crisi dovrebbero essere elezioni presidenziali o il ritorno a pieno titolo della funzioni presidenziali per Yoon. Per legge, elezioni si dovrebbero tenere entro 60 giorni dall’eventuale sentenza della Corte costituzionale di approvazione dell’impeachment. Invece, se, alla fine, la Corte costituzionale bocciasse l’impeachment, la scadenza naturale del mandato quinquennale del presidente è nel 2027, con l’elezione fissata al 3 marzo.