GENOVA – Prosegue la protesta delle studentesse universitarie di Cambiare rotta Genova che da ieri mattina sono incatenate alle colonne dell’atrio della sede dell’ateneo, in via Balbi 5, per chiedere l’istituzione di un centro antiviolenza universitario, dopo il caso del professore di Architettura indagato per aver realizzato dei fotomontaggi pornografici servendosi delle immagini dei volti di alcune studentesse. L’occupazione del cortile è andata avanti tutta la notte e le giovani assicurano che proseguirà finché non arriverà una risposta da parte del rettore, Federico Delfino.
Visualizza questo post su Instagram Un post condiviso da Cambiare Rotta Genova (@cambiarerotta_genova)
“Abbiamo passato la notte incatenate al freddo perché il rettore non vuole incontrarci e non vuole prendersi la responsabilità di istituire un centro antiviolenza- denunciano le giovani- gli strumenti che l’Unige dà agli studenti non sono efficaci, le studentesse non si sentono tutelate: per questo è fondamentale avere un centro antiviolenza”. Per proseguire la mobilitazione, stasera alle 18 è stata organizzata un’assemblea pubblica. “Non ci muoveremo da qui finché il rettorato non ci darà le risposte che vogliamo perché è inaccettabile che le studentesse molestate siano senza tutele adeguate”, avvertono le giovani.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it