ROMA – Uno degli effetti collaterali della rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca è il ritorno di Steve Bannon. L’ex stratega pel primo Trump, quello del 2016, e braccio mediatico del Make America Great Again, appena uscito dal carcere era già davanti alle telecamere per tirare la volata elettorale al candidato repubblicano. “Non possiamo aspettare l’insediamento di Trump – dice intervistato dal Corriere della Sera – la battaglia per il controllo del governo avviene in questo momento: alla Camera, al Senato, nello Stato amministrativo, alla Difesa, i giudici…”.
Dice che fosse per lui non “inviterebbe Biden all’insediamento. Dicono che serve unità. Avremo l’unità dopo che abbiamo epurato i traditori”. E’ la sua grammatica, ci sguazza. Parla anche di Meloni: “Molti, nel movimento qui, pensano che Meloni si è quasi trasformata in una Nikki Haley. È stata tra i più grandi sostenitori della continuazione della guerra in Ucraina. Però l’Italia non ha fatto abbastanza per tenere il canale di Suez aperto per il commercio: tra i gruppi tattici di portaerei là, credo che ci sia solo una corvetta italiana. Comunque penso che il suo atteggiamento cambierà con l’arrivo del presidente Trump, che la convincerà. E che i Paesi della Nato saliranno a bordo abbastanza rapidamente. Altrimenti, se crede davvero a quello che ha detto negli ultimi anni, dovrebbe essere pronta con gli altri in Europa a metterci i soldi, a staccare assegni grandi quanto i discorsi. Noi del movimento Maga siamo irremovibili, vogliamo tagliare al 100% i fondi per l’Ucraina alla Camera”.
“Trump dirà che vuole la pace in Ucraina. Non parlo per lui, ma è evidente che vuole porre fine a questa semi-ossessione di spingere la Nato quasi in territorio russo. Lui non l’appoggerà, ma lei l’ha fatto, è stata al gioco. È piuttosto ovvio che aveva scommesso che Trump non sarebbe più tornato, si vede dalle sue politiche. La scommessa era sbagliata, non ha pagato. Ora che Trump è tornato, il movimento Maga è più forte che mai e ci prenderemo l’apparato della sicurezza nazionale e della politica estera”.
Meloni, continua Bannon, può essere un ponte tra America e Europa “se resta fedele alle sue convinzioni fondamentali”. Ma “non abbiamo bisogno di aiuto da nessuno in Europa. I populisti hanno preso questo Paese, Trump è un grande leader e sono certo che sarà magnanimo, ma il movimento Maga, che è più a destra di Trump, dirà che l’Europa non ha fatto nulla per gli Stati Uniti. Vi abbiamo salvati nella Prima e Seconda guerra mondiale, nella Guerra fredda e in Ucraina. Basta. Perché ci servirebbe un ponte? Abbiamo un modello, America First: riportare la sicurezza economica e lavorativa nel Paese. Se volete un partner, ok, sennò ok uguale. Al movimento Maga non serve un ponte, perché Le Pen, Farage e Orbán sono con noi. Raccomanderei a Meloni: sii ciò che eri quando Fratelli d’Italia era al 3%”.
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