ROMA – L’aeroporto internazionale di Port-au-Prince ‘Toussaint Louverture’ è stato chiuso temporaneamente dopo che colpi d’arma da fuoco hanno raggiunto ieri un aereo della compagnia statunitense Spirit Airlines.
Il volo 951, partito dalla Florida, con a bordo principalmente cittadini haitiani e qualche straniero, stava per portare a termine le manovre di atterraggio quando colpi hanno raggiunto la cabina. Un’assistente di volo, come conferma il Dipartimento di Stato americano, è rimasto lievemente ferito.
Durante l’attacco il pilota ha chiesto – e ottenuto – il via libera a un atterraggio d’emergenza nell’aeroporto di Los Caballeros, nella vicina Repubblica Dominicana. Almeno sette dei proiettili esplosi hanno raggiunto l’aeromobile. Un video diffuso dalla stampa locale ne mostra un paio che sono andati a conficcarsi sulle cappelliere.
Le autorità statunitensi hanno quindi deciso di sospendere, a partire dalla giornata di ieri, tutti i voli verso Haiti e oggi arriva la decisione delle autorità aeroportuali di chiudere temporaneamente lo scalo.
Si tratta solo dell’ultimo capitolo delle violenze che Haiti sperimenta ogni giorno, in particolare nella zona della capitale, a causa delle bande armate e dell’incapacità delle istituzioni di creare un nuovo governo e un nuovo parlamento.
Le elezioni nel Paese non si tengono dal 2016, mentre povertà e disoccupazione sono in aumento. Come evidenziano fonti locali, la sparatoria in aeroporto è avvenuta nel momento in cui il nuovo primo ministro, l’imprenditore Alix Didier Fils-Aimé, stava prestando giuramento, dopo che, domenica scorsa, il Consiglio presidenziale di transizione (Cpdt) – composto da esponenti dei partiti nazionali – aveva licenziato Garry Conille, al culmine di settimane di polemiche e braccio di ferro politico.
Conille ha ricevuto la notizia del licenziamento mentre era all’estero – in Kenya ed Emirati arabi Uniti – per sollecitare aiuti, che in molti hanno promesso, ma che tardano, dopo che solo in un attacco sferrato da un gruppo armato il 4 ottobre hanno perso la vita 70 persone.
Ha quindi denunciato come illegale la mossa del Consiglio, affermando che solo il parlamento ha il potere per sollevare un primo ministro dall’incarico. Dopo che i media hanno confermato l’ufficialità della fine del mandato Conille – che era in carica da meno di sei mesi -, colpi d’arma da fuoco hanno risuonato nei quartieri della capitale caduti sotto il controllo delle bande, mentre il leader della coalizione armata Viv Ansanm (Vivere insieme), Jimmy Chérizier, noto con il soprannome di “barbecue”, ha avvertito: “La battaglia ricomincerà”.
In un video postato sui social ha spiegato: “Il tempo per le bande di Viv Ansanm di stare a guardare la situazione è finito”.
Quindi ha invitato i cittadini all’azione: “Come siete abituati a fare, è ora di prendere nelle vostre mani il destino di questo Paese”. Durante il giuramento Fils-Aimé, imprenditore ed ex senatore vicino a vari partiti, ha promesso che riporterà “speranza e stabilità”.
A causa delle violenze delle bande armate, almeno 5mila persone sono state uccise nel 2024 e 8mila nel 2023, mentre decine di migliaia di persone hanno dovuto lasciare le proprie case, scegliendo anche pericolose rotte migratorie per raggiungere i Paesi vicini, come gli Stati Uniti.
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