Vanno aperti canali con nuova leadership; rimpatri solo volontari
Bruxelles, 20 dic. (askanews) – Durante il Consiglio europeo “abbiamo discusso del Medio Oriente e della situazione in Siria, dopo la caduta di Assad. Per la prima volta in un decennio il popolo siriano può sperare in un futuro migliore, ma sappiamo tutti che per ora il verdetto non è ancora stato pronunciato, è troppo presto per dire se la nuova leadership sarà in grado di mantenere le promesse, se l’integrità territoriale e l’unità nazionale saranno preservate e le minoranze saranno protette”. Lo ha affermato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa al termine del vertice dei capi di Stato e di governo, oggi a Bruxelles.
“L’Europa – ha continuato von der Leyen – farà la sua parte per sostenere la Siria in questa fase critica, perché ci sta a cuore il futuro della Siria. L’Europa si preoccupa che il potere torni al popolo siriano, e ha un ruolo da svolgere. Quindi, prima di tutto, ci siamo impegnati con i nostri partner regionali. La situazione in Siria può avere importanti implicazioni per loro. Questa settimana – ha ricordato – sono stata in Giordania per incontrare il re Abdullah, dopo l’incontro di Aqaba ad Amman” tra l’Alta Rappresentante della Politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, e i ministri degli Esteri dei paesi vicini alla Siria. “E sono stata anche in Turchia – ha aggiunto von der Leyen – per discutere con il presidente Erdogan”.
Insomma, ha rilevato von der Leyen “è importante per noi intensificare i contatti sul campo per continuare ad affrontare le esigenze umanitarie della popolazione siriana. Abbiamo stabilito canali per colloqui politici con l’Hts (Tahrir al-Sham, il gruppo di ribelli jihadisti che ha preso il potere a Damasco, ndr) basandoci sui canali esistenti che abbiamo mantenuto attraverso i nostri aiuti umanitari. Abbiamo avuto questi canali per tutto il tempo”, durante il regime di Assad, “rispettando il principio ‘nessun contatto – nessuna cooperazione – nessun finanziamento'” rispetto al governo del dittatore.
“Ma ora – ha sottolineato la presidente della Commissione – paga essere sul campo e aprire i primi canali politici con l’Hts e altre fazioni. È positivo che ora abbiamo il nostro diplomatico di punta che è tornato a Damasco. Poi dobbiamo guardare ai passi futuri. Siamo già il più grande donatore” del Paese, “stiamo intensificando il nostro supporto, abbiamo lanciato un ponte aereo umanitario per la consegna degli aiuti tramite la Turchia e la Giordania e abbiamo portato i nostri aiuti umanitari a oltre 160 milioni di euro solo per quest’anno. Ma siamo pienamente consapevoli che ce n’è bisogno di più. Ora – ha indicato – vogliamo continuare a sostenere la popolazione in Siria, concentrandoci sulla ripresa rapida e sulla ricostruzione”.
“Ma tuttavia – ha avvertito von der Leyen – devo dire che questi sforzi dovranno essere accompagnati da azioni concrete da parte della nuova leadership a Damasco. Insomma, stiamo applicando un approccio passo dopo passo”.
Infine, al Consiglio europeo “abbiamo anche discusso la questione del ritorno a casa dei siriani” che sono rifugiati nei paesi Ue. “La situazione sul campo rimane molto volatile, e stiamo lavorando a stretto contatto con l’Unhcr”, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati. “È positivo che l’Unhcr in Siria abbia accesso all’intero Paese. E una cosa è molto chiara: con il supporto dell’Unhcr, tutti i rimpatri dovranno essere volontari, sicuri e dignitosi”, ha concluso von der Leyen.