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Siria, media: “Palazzo di Assad occupato dai ribelli”. Farnesina: primi italiani evacuati

Dall'Italia e dal MondoSiria, media: "Palazzo di Assad occupato dai ribelli". Farnesina: primi italiani evacuati

(Adnkronos) –
Il palazzo del presidente siriano Bashar al-Assad a Damasco sarebbe stato occupato dai ribelli siriani. A darne notizia sono i media locali. L’occupazione del palazzo avviene dopo che ieri i ribelli islamici Hayat Tahrir al-Sham hanno fatto irruzione nella città di Aleppo, occupandola interamente.  

Hayat Tahrir al-Sham e altre fazioni ribelli siriane, scrive su X la radio siriana al-Hadath, hanno offerto alle truppe curde delle Sdf e a quelle filo-regime di lasciare Aleppo “in sicurezza”. 

I jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham e le fazioni ribelli alleate “controllano la città di Aleppo, eccetto i quartieri controllati dalle forze curde”. Per la prima volta dall’inizio del conflitto nel 2012, la città di Aleppo è fuori dal controllo delle forze del regime siriano”, ha detto all’Afp Rami Abdel Rahman, capo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani con sede in Gran Bretagna. 

L’Osservatorio siriano aggiunge che i ribelli “hanno preso il controllo della città di Tal Rifaat” e di diversi villaggi nelle vicinanze, avvertendo che circa 200.000 curdi siriani nella provincia settentrionale di Aleppo sono stati “assediati da fazioni filo-turche”. 

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha promesso che verrà ”usata la forza per sradicare il terrorismo”. “Il terrorismo comprende solo il linguaggio della forza ed è questo il linguaggio con cui lo spezzeremo e lo elimineremo, chiunque siano i suoi sostenitori e sponsor”, ha dichiarato Assad citato dalla Sana.  

Il presidente siriano ha sottolineato, in un incontro con il capo della diplomazia iraniana Abbas Araghchi, l’importanza del “sostegno degli alleati” per “affrontare gli attacchi terroristici”. Lo ha riferito la presidenza siriana, parlando del primo incontro del presidente siriano da quando, mercoledì, sono iniziati gli assalti di ribelli antigovernativi. Iran e Russia sono i più stretti alleati della Siria. 

Secondo gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, dall’inizio dell’offensiva sono circa 400 le persone che sono state uccise, tra cui almeno 20 civili.  

L’esercito siriano ha rivendicato di aver riconquistato territori nella provincia di Hama, durante la controffensiva in corso. Le unità dell’esercito siriano hanno rinforzato le loro linee difensive nella notte con la presenza di più truppe, armi ed equipaggiamento, si legge in una nota del ministero della Difesa di Damasco. “Le nostre forze armate hanno rimesso in sicurezza molte zone dopo aver espulso i terroristi, uccidendo decine di loro e costringendo gli altri alla fuga”, ha aggiunto il ministero. La televisione di Stato siriana ha sostenuto che circa mille miliziani di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e gruppi affiliati sono stati uccisi negli ultimi tre giorni. 

L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato che l’esercito di Damasco ha inviato nella zona di Hama notevoli rinforzi nelle ultime ore. Dalle prime ore di oggi aerei da guerra hanno condotto raid contro zone mirate attorno a Mork, Khan Sheikhoun, Kafr Nabl, Hazarin, e Tal Kokba nella provincia nordoccidentale di Idlib e nelle zone settentrionali di Hama conquistate da Hts. 

 

“Il Collegio francescano Terra Sancta di Aleppo è stato colpito da un attacco russo che ha causato gravi danni” scrive su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Faccio appello a tutte le parti in conflitto in Siria perché sia tutelata la popolazione civile. Continuiamo ad assicurare ogni possibile assistenza agli italiani in Siria”. 

 

“A seguito dell’ingresso ad Aleppo del movimento radicale Hayat Tahrir al Sham (HTS), le Nazioni Unite hanno avviato un’evacuazione verso Damasco, ancora in fase iniziale” ha reso noto la Farnesina. “Un primo gruppo di auto con a bordo anche alcuni italiani, è arrivato in città, mentre altri pullman messi a disposizione dell’Onu sono in attesa di partire con un convoglio cui dovrebbero unirsi alcuni connazionali con auto private. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha potuto parlare questo pomeriggio con uno degli italiani partiti da Aleppo che è stato accolto a Damasco nelle strutture della nostra sede diplomatica dall’Ambasciatore Ravagnan”.  

“Un limitato numero di religiosi ha deciso di restare ad Aleppo, contando sui buoni rapporti stabiliti dai Francescani con tutte le comunità – prosegue la nota del ministero degli Esteri -.L’ambasciatore Stefano Ravagnan è in costante contatto con loro e con il vescovo di Aleppo. Il ministro segue con attenzione gli sviluppi della crisi e l’Ambasciata d’Italia a Damasco è in contatto costante con i connazionali – in maggioranza doppi cittadini – per agevolare la loro partenza in sicurezza dalla città. L’Unità di Crisi della Farnesina, attivata tempestivamente, sta seguendo l’evoluzione della situazione e monitorando il convoglio”. 

“Dopo il raid aereo russo ad Aleppo che ha colpito il Terra Sancta College provocando danni materiali, il Ministro Tajani ha chiesto all’Ambasciatrice d’Italia a Mosca Cecilia Piccioni di compiere un passo presso le autorità russe. L’Ambasciatrice domani verrà ricevuta al Ministero degli Affari esteri della Federazione russa per un incontro già programmato e presenterà la richiesta di rafforzare le procedure per evitare che nuovi attacchi militari possano per errore colpire altri istituti religiosi o comunque installazioni civili ad Aleppo e nella regione in cui sono in atto combattimenti. La recrudescenza delle violenze ad Aleppo ha provocato lo sfollamento di circa 10 mila persone, che si aggiungono alle centinaia di migliaia arrivate in Siria nelle ultime settimane, rientrate dal Libano dopo gli scontri fra Israele ed Hezbollah”. 

 

Il ministro degli Esteri di Teheran Abbas Araghchi si recherà a Damasco per esprimere ”pieno sostegno” al governo di Bashar al-Assad e all’esercito siriano mentre è in corso un’offensiva ribelle guidata dai jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hrs) e dalle fazioni alleate. “Andrò a Damasco per trasmettere il messaggio della Repubblica islamica al governo siriano”, ha detto Araghchi. Teheran “sosterrà fermamente il governo e l’esercito siriano”, ha aggiunto secondo quanto riportato l’agenzia di stampa statale Irna. Il ministro degli Esteri iraniano ha detto che la situazione in Siria è “difficile”, ma che il governo del presidente Bashar al-Assad “affronterà con successo i ribelli, come ha fatto in passato”. 

 

Israele sta monitorando attentamente quanto accade in Siria. Lo ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu spiegando che Israele difenderà i propri interessi. 

Parlando al centro di addestramento delle Idf a Tel Hashomer, Netanyahu ha promesso anche di far rispettare con fermezza il cessate il fuoco con Hezbollah in Libano “e qualsiasi violazione incontrerà immediatamente una forte risposta da parte delle Idf”. 

 

La Russia sta intanto intensificando i raid aerei in diverse aree della Siria. E’ di almeno cinque morti il bilancio di raid aerei russi vicino all’Università di Aleppo. ”Quattro attacchi aerei russi hanno preso di mira la piazza vicino all’ateneo, uccidendo almeno cinque persone”, ha dichiarato senza specificare se si trattasse di civili o di combattenti di Hayat Tahrir al-Sham e delle fazioni alleate. 

Questa mattina i raid aerei russi hanno colpito le città e i villaggi conquistati nella provincia nordoccidentale di Idlib e in quella centrale di Hama . 

Raid aerei simili sono anche stati registrati nella città settentrionale di Aleppo, conquistata dalle forze ribelli con un’operazione a sorpresa contro i militari di Assad. ”La scorsa notte i russi non hanno smesso di bombardare su tutti i fronti”, ha dichiarato alla Dpa il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani Abdel-Rahman, che parla di almeno cinque morti negli attacchi vicino all’Università. ”Quattro attacchi aerei russi hanno preso di mira la piazza vicino all’università di Aleppo, uccidendo almeno cinque persone”, ha dichiarato senza specificare se si trattasse di civili o di combattenti di Hayat Tahrir al-Sham e delle fazioni alleate. 

 

Secondo il governo libanese, il leader dell’Hts Abu Mohammad al-Jolani è stato ucciso in un raid aereo compiuti da caccia russi su Aleppo. Ieri gli uomini dell’organizzazione legata ad al-Qaeda, hanno preso il controllo dell’aeroporto internazionale di Aleppo, primo aeroporto civile a cadere sotto il controllo dell’Hts, ha affermato l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Gli insorti ora si stanno dirigendo verso Hama e hanno preso il controllo di numerose città e villaggi nella parte settentrionale della provincia. Con l’avanzata dei ribelli si sono ritirate le milizie sostenute dall’Iran e si sono riposizionate le unità curde nella periferia nord-occidentale di Aleppo, hanno spiegato gli attivisti dell’Osservatorio. 

Fonti sul campo parlano del ritiro dei militari siriani da alcune zone, ma il Ministero della Difesa di Damasco ha smentito. “Confermiamo che le unità delle nostre forze armate sono di stanza nelle loro posizioni nella campagna settentrionale e orientale della provincia di Hama e sono pienamente pronte a respingere qualsiasi potenziale attacco terroristico”, ha affermato. “L’operazione per contrastare l’attacco terroristico sta procedendo con successo e determinazione e presto passerà al contrattacco per recuperare tutte le regioni”, ha aggiunto. 

 

I combattimenti in corso in Siria ”avranno gravi conseguenze per la pace regionale e internazionale”. Lo ha affermato Geir O. Pedersen, inviato speciale dell’Onu per la Siria. ”Ciò che vediamo oggi in Siria è il segno di un fallimento collettivo nell’attuazione di ciò che è stato chiaramente necessario per molti anni: un vero processo politico per attuare la risoluzione 2254 (del 2015, ndr) del Consiglio di Sicurezza”, ha sottolineato Pedersen in una nota. 

 

L’offensiva a sorpresa, lanciata contro l’esercito siriano, ha coinciso con l’inizio del cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah in Libano, dopo che i ribelli siriani hanno valutato che i membri del Partito di Dio sostenuto dall’Iran sarebbero probabilmente fuggiti attraverso il confine dal Libano alla Siria. Lo ha dichiarato alla rete israeliana Channel 12 un membro di spicco del gruppo ribelle, secondo cui la ripresa dei combattimenti contro le forze del presidente siriano Bashar Assad è necessaria per garantire che “i membri di Hezbollah dal Libano, che sono venuti in Siria e hanno sostenuto il regime di Assad, non avranno un punto d’appoggio permanente”. 

“Non permetteremo loro – ha detto l’ufficiale – di combattere nelle nostre aree e non permetteremo agli iraniani di stabilirsi lì e sostenere le milizie iraniane nel portare avanti azioni ostili contro le regioni che abbiamo liberato, sia a Idlib che nella provincia di Aleppo”. Il sogno dei ribelli è quello di “rovesciare il regime di Assad e creare un clima per tutti i siriani, tutte le etnie e nazionalità” e di creare forti relazioni “con tutti i Paesi vicini”. 

 

 

 

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