(Adnkronos) – “L’escalation terroristica” in corso in Siria riflette gli obiettivi di “dividere la regione, frammentare i suoi Paesi” e “ridisegnare la mappa geografica secondo gli interessi dell’America e dell’Occidente”. Lo ha dichiarato il presidente siriano, Bashar al-Assad, nel corso di un colloquio con il suo omologo iraniano, Masoud Pezeshkian, dopo l’offensiva lanciata dalle milizie jihadiste di Hayat Tahrir al-Sham contro Aleppo. “Questa escalation non farà altro che aumentare la determinazione della Siria e del suo esercito nel contrastare il terrorismo su tutto il territorio siriano”, ha aggiunto Assad, secondo una nota della presidenza siriana.
L’Iran, dal canto suo, si è detto pronto a “fornire ogni forma di sostegno alla Siria per eliminare il terrorismo ed impedire” che “i sostenitori” del terrorismo raggiungano i loro “obiettivi”, ha dichiarato Pezeshkian. Il presidente iraniano, secondo una nota della presidenza siriana, ha espresso il “rifiuto totale da parte dell’Iran di tutti i tentativi di minare l’unità e la stabilità della Siria”, sottolineando che “danneggiare l’unità della Siria è un duro colpo alla stabilità della regione”. Il presidente iraniano ha quindi affermato che “quello che sta avvenendo in Siria è il volto delle ambizioni sioniste-americane che prendono di mira i Paesi e i popoli della regione”.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha parlato ieri di almeno 412 morti, tra cui 61 civili, dall’inizio dell’offensiva dei jihadisti di Hts e dell’opposizione armata nel nordovest del Paese. Secondo l’ong, l’offensiva è costata la vita a 214 ribelli, 137 membri delle forze filogovernative e 61 civili.
Solo oggi 11 civili, compresi 5 minori, sono stati morti e decine feriti in raid aerei che hanno colpito il nordovest della Siria. L’Osservatorio riferisce di “attacchi aerei condotti da jet russi e siriani su diverse aree, anche nella città di Idlib e un campo per sfollati a nord” di Idlib.
Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito hanno chiesto un’immediata de-escalation in Siria. “Stiamo monitorando da vicino gli sviluppi in Siria e sollecitiamo la de-escalation da parte di tutte le parti e la protezione dei civili e delle infrastrutture”, hanno dichiarato le quattro nazioni Nato in una dichiarazione congiunta rilasciata nella tarda serata di domenica. “L’attuale escalation non fa che sottolineare l’urgente necessità di una soluzione politica del conflitto”, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Adottata nel 2015, la risoluzione chiede colloqui di pace tra il governo siriano e le forze di opposizione.
Il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha inoltre parlato con il suo omologo turco Hakan Fidan e “ha discusso della “necessità di una de-escalation e della protezione delle vite e delle infrastrutture civili” in Siria, sullo sfondo degli attacchi dei ribelli a Idlib, Aleppo e Hama nel nord-ovest del paese. Secondo l’annuncio del Dipartimento di Stato, i due hanno anche discusso “degli sforzi umanitari in corso a Gaza e della necessità di porre fine alla guerra e garantire il rilascio di tutti gli ostaggi”.
L’esercito russo ha dichiarato di stare aiutando l’esercito siriano a “respingere” le forze ribelli in tre province settentrionali, nel tentativo di sostenere il governo guidato dall’alleato di Mosca Bashar al-Assad. “L’esercito arabo siriano, con l’assistenza delle forze dell’aeronautica russe, sta proseguendo le sue operazioni per respingere l’aggressione terroristica nelle province di Idlib, Hama e Aleppo”, ha affermato l’esercito russo sul suo sito web.
Osservatorio siriano per i diritti umani afferma che la Russia ha intensificato i raid aerei contro i jihadisti e l’opposizione armata al regime di Bashar al-Assad nelle aree della Siria dove stanno avanzando. E hanno spiegato che domenica mattina i raid aerei russi hanno colpito le città e i villaggi conquistati.
Raid aerei simili sono anche stati registrati nella città settentrionale di Aleppo, conquistata dalle forze ribelli con un’operazione a sorpresa contro i militari di Assad. ”La scorsa notte i russi non hanno smesso di bombardare su tutti i fronti”, ha dichiarato alla Dpa il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani Abdel-Rahman.
I ribelli, ha spiegato, stanno ora controllando Aleppo, la seconda città più grande della Siria, ad eccezione di alcuni sobborghi in mano curda alla periferia nordoccidentale.