ROMA – “Mi hanno uccisa, per arrivare a Berlusconi”. Karima el-Mahroug, “Ruby Rubacuori”, torna sul New York Times. Il quotidiano americano ricostruisce la sua storia unica, ormai preistoria della politica italiana: i “Bunga Bunga”, le feste nella villa di Arcore, lo scandalo. “Mi ha rovinato la vita”, dice lei mentre è ancora impelagata nelle vicende giudiziarie legate a quella storia.
Karima el-Mahroug ha riconosciuto di aver partecipato alle feste in casa Berlusconi “ricevendo circa 40.000 euro, oltre a gioielli. Ma nega di aver infranto qualsiasi legge e attribuisce il suo comportamento alla sua giovinezza e al bisogno di denaro dopo un’infanzia difficile”, scrive il Nyt. “Ha trascorso quasi metà della sua vita come oggetto di ossessione mediatica mentre tre diversi processi relativi ai partiti del signor Berlusconi si sono fatti strada nel sistema giudiziario. Tutti i casi giudiziari portano il suo soprannome, Ruby”.
“Mi hanno uccisa per arrivare a lui – dice lei – Sono stata etichettata come prostituta bambina. Ed è una parola che ti porti dietro come un marchio per sempre”. E’ mamma di Sofia, che ora ha 12 anni. “Conoscere Berlusconi mi è costato molto”.
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