GJADER (Albania)- Respinta la richiesta d’asilo per i 12 migranti egiziani e bengalesi chiusi nel centro italiano di Gjader, in Albania. Rientreranno in Italia con un traghetto che dall’Albania li riporterà a Bari. Lo ha confermato all’agenzia Dire la delegazione di monitoraggio del Tavolo asilo, che sta incontrando la funzionaria del Viminale che gestisce il centro.
Stando alla sentenza del giudice di Roma, “devono tornare in Italia”: lo confermano fonti informate all’agenzia Dire. “Il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane è dovuto all’impossibilità di riconoscere come ‘Paesi sicuri’ gli Stati di provenienza delle persone trattenute”.
La motivazione della decisione è comunicata in una nota firmata dalla presidente di sezione per i diritti della persona e l’immigrazione Luciana Sangiovanni.
“I trattenimenti non sono stati convalidati in applicazione dei principi, vincolanti per i giudici nazionali e per la stessa amministrazione, enunciati dalla recente pronuncia della Corte europea a seguito del rinvio pregiudiziale proposto dal giudice della Repubblica ceca” si legge nel documento.
Dalla mancata convalida del trattenimento delle 12 persone deriverebbe che i migranti siano rimessi in libertà, quindi riportati in Italia. Intanto davanti al centro di Gjader è entrato un pullman, simile a quello usato per trasferire i migranti dal centro portuale di Shengjin a questa località.
SCARPA: “CHI ARRIVA DALL’EGITTO O DAL BANGLADESH PUO’ AVER PASSATO UN ANNO NEI LAGER LIBICI”
Rachele Scarpa, deputata del Partito democratico parte della missione di monitoraggio organizzata con Tavolo asilo commenta per l’agenzia Dire: “Una rapidità delle procedure inedita e forse che non vedremo più; noi resteremo qui ad aspettare la seconda decisione e a vigilare il destino di questi 12 ragazzi”.
LE POSSIBILI MOTIVAZIONI
A determinare la sentenza di rigetto dell’asilo forse il fatto che i migranti arrivino da Egitto e Bangladesh, Paesi che l’Italia ha inserito nella lista di quelli sicuri. Sul punto la deputata Scarpa dice: “La sentenza della Corte di giustizia europea è stata chiara e fa scuola”.
Il riferimento è a una decisione di qualche settimana fa. La deputata ricorda che la Corte ha stabilito che, a prescindere dal fatto che lo Stato riconosca quel Paese sicuro o meno, il rimpatrio si valuta caso per caso. Difficile per Scarpa pensare che l’Egitto possa essere “sicuro” per uno dei giovani che ha raccontato di essere fuggito dal servizio militare obbligatorio.
Condividono la posizione della deputata la collega Francesca Ghirra, di Alleanza verdi e sinistra (Avs), Tommaso Notarianni, per il Tavolo asilo e immigrazione, e i due mediatori culturali di Tavolo Asilo appena usciti da una ispezione nel centro di trattenimento di Gjader. “La velocità e fretta nella procedura accelerata sulle richieste d’asilo è sospetta e non è compatibile con la sentenza della Corte” evidenziano. “Inoltre i migranti ci hanno segnalato che al momento di essere trasferiti sulla nave Libra hanno incontrato difficoltà d’accesso al diritto alla difesa e alla giusta informazione. Anche la selezione di chi mandare qui e chi portare in Italia per noi è stata sbrigativa e arbitraria”.
Notarianni conclude: “Questa fretta non è compatibile neanche con le condizioni in cui sono le persone: vengono tutti da un anno di detenzione e torture in Libia, e qui non hanno trovato un ambiente amichevole. Sono provati. Notiamo anche scarsa professionalità rispetto alle procedure e difficoltà per queste persone a confrontarsi coi propri avvocati”.
Un aspetto cruciale quando si presenta domanda d’asilo, secondo Notarianni: “Pertanto prepareremo un dossier articolato che presenteremo al governo e a cui chiederemo di rendere conto”. Ancora l’esponente di Tavolo asilo e immigrazione: “Sono atti molto gravi. I nostri avvocati presenteranno dei ricorsi”.
L’articolo Respinta la richiesta d’asilo per 12 migranti chiusi nel centro italiano in Albania: “Domani già in Italia con un traghetto” proviene da Agenzia Dire.
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