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Regionali, Liguria al voto con l’incognita maltempo: ecco i 9 candidati

PoliticaRegionali, Liguria al voto con l’incognita maltempo: ecco i 9 candidati

GENOVA – Sono 1.348.601 i liguri che tra domani e dopodomani saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della Regione e i nuovi componenti del consiglio regionale che daranno vita alla dodicesima legislatura. Domenica 27 seggi aperti dalle 7 alle 23, lunedì 28 dalle 7 alle 15. Poi, subito lo spoglio. Si tratta di un voto anticipato di un anno per le dimissioni dell’ex governatore Giovanni Toti, arrivate lo scorso 26 luglio in seguito alle note vicende giudiziarie. Al via si presentano nove contendenti, per un totale di 20 liste a Genova e 19 in ciascuna delle altre tre province.

I due principali sfidanti sono il sindaco di Genova, Marco Bucci, sostenuto dal centrodestra, e il deputato ed ex ministro del Pd, Andrea Orlando, sostenuto da centrosinistra, M5s e Azione. Non è della partita Italia viva, che si è sfilata all’ultimo minuto dall’appoggio a Orlando, per i veti pentastellati.
Gli altri sette candidati sono: Alessandro Rosson (Indipendenza, Alemanno per Rosson), Davide Felice (Forza del popolo), Francesco Toscano (Democrazia sovrana popolare), Marco Ferrando (Partito comunista dei lavoratori), Nicola Rollando (Per l’alternativa, Potere al popolo, Pci, Rifondazione comunista, Sinistra europea), Maria Antonietta Cella (Partito popolare del Nord, Autonomia e libertà), Nicola Morra (Uniti per la Costituzione).

Non esiste ballottaggio e la legge elettorale prevede un premio di maggioranza variabile per consentire la governabilità. La soglia di sbarramento è del 3% su base regionale, condizione che viene meno per le liste collegate a un candidato presidente che abbia ottenuto almeno il 5% delle preferenze.

Per la seconda volta dopo il 2020, si vota senza listino bloccato, ovvero l’indicazione da parte dei candidati presidenti di sei nominativi che sarebbero entrati d’ufficio a far parte del consiglio regionale, in caso di vittoria. Ammessa la doppia preferenza di genere e il voto disgiunto tra una lista e un candidato presidente non sostenuto dalla stessa. Oltre al presidente della giunta eletto, il consiglio regionale è composto da 30 consiglieri, tra cui il secondo candidato presidente della giunta più votato. Dei 30 seggi, 24 sono ripartiti con metodo proporzionale e in base alla popolazione delle quattro circoscrizioni: 13 a Genova, quattro a testa per La Spezia e Savona, tre a Imperia. I restanti sei seggi costituiscono il premio di maggioranza da attribuire in maniera inversamente proporzionale alla percentuale ottenuta su base regionale dalla coalizione più votata, fino a un massimo di 19 seggi oltre a quello del governatore.

A parità di legge elettorale, l’unico confronto realmente possibile è quello con le elezioni del 2020, quando Giovanni Toti venne confermato per il secondo mandato. Alle urne si erano recati 716.211 liguri, pari al 53,42% degli aventi diritto. Giovanni Toti aveva ottenuto il secondo mandato con il 56,13% delle preferenze e 383.053 voti, contro il 38,9% e 265.506 voti conquistati dal suo principale sfidante, Ferruccio Sansa. Il centrodestra aveva conquistato il 56,53% delle preferenze, pari a 354.137 voti, che gli avevano garantito 18 seggi oltre a quello di Toti: otto per la civica di Toti “Cambiamo” (22,61% e 141.629 voti), sei per la Lega (17,14% e 107.340 voti), tre per Fratelli d’Italia (10,87% e 68.088 voti), uno per Forza Italia (5,27% e 33.006 voti).
Il centrosinistra, invece, aveva ottenuto i rimanenti 11 seggi, con il 38,74% delle preferenze, pari a 242.652 voti: sei per il Pd (19,89% e 124.586 voti), due per il Movimento cinque stelle (7,78% e 48.722 voti), due per la Lista Sansa (7,14% e 44.700 voti), che sono diventati tre con il seggio per lo stesso Sansa, uno per Linea condivisa (2,47% e 15.451 voti). Nel corso dei quattro anni di legislatura, qualche cambio c’è stato, ma le modifiche hanno riguardato solo la geografia interna delle coalizioni e non i rapporti di forza tra le due parti dell’emiciclo del consiglio regionale. Dei 30 consiglieri uscenti, al netto di qualche cambio di casacca ma sempre all’interno delle medesime alleanze, solo tre non si ripresentano ai nastri di partenza, tutti nel centrodestra.

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