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Qatargate, l’avvocato accusa: Kaili in isolamento, una tortura

AttualitàQatargate, l'avvocato accusa: Kaili in isolamento, una tortura

La ex vicepresidente Europarlamento “maltrattata per 16 ore”

Bruxelles, 19 gen. (askanews) – L’avvocato André Risopoulos, che rappresenta in Grecia l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, in stato di detenzione preventiva da un mese nel quadro dell’inchiesta della procura federale di Bruxelles sul cosiddetto scandalo del “Qatargate”, ha denunciato oggi lo stato di isolamento in cui la sua cliente è stata posta per 16 ore la settimana scorsa, equiparandolo a una “tortura”.

All’uscita dall’audizione in tribunale, oggi a Bruxelles, in cui è stato ascoltata Eva Kaili, Risopoulos ha rilasciato una dichiarazione alla stampa insieme all’altro avvocato, Michalis Dimitrakopoulos, che la difende in Belgio.

La Camera di Consiglio deciderà stasera se confermare ancora una volta la detenzione preventiva della Kaili per evitare il rischio di inquinamento delle prove, come continua a chiedere la Procura federale.

“Non smetterò mai di dire che la signora Kaili è innocente”, ha detto Risopoulos ai giornalisti, e subito dopo ha cominciato a leggere una dichiarazione in francese. “Eva Kaili mi ha chiesto di informarvi di quanto segue: la signora Kaili non ha mai avuto nessuna cooperazione professionale con il signor Panzeri”, l’ex eurodeputato italiano indagato principale dell’inchiesta, che l’altro ieri ha deciso di cooperare con la Procura avvalendosi dei vantaggi della nuova legge belga sui pentiti.

“E ora – ha detto a questo punto Risopoulos rivolto ai giornalisti – devo dirvi una cosa difficile e triste: Eva Kaili dal pomeriggio di mercoledì 11 gennaio fino a venerdì 13 gennaio è stata messa in isolamento su ordine del giudice inquirente, il signor Michael Claise. È stata trattenuta per 16 ore – ha denunciato l’avvocato – in una cella della polizia, e non in prigione, al freddo: le hanno rifiutato una seconda coperta, le hanno tolto il suo cappotto. Questa è tortura”, ha affermato.

“La luce – ha continuato Risopoulos – era costantemente accesa e non le consentiva di dormire. Questa – ha ripetuto – è tortura. Aveva il suo ciclo mestruale con molta perdita di sangue e non le è stato consentito lavarsi. Questa – ha insistito ancora l’avvocato – è tortura”.

“Eva Kaili è sotto accusa, ma c’è sempre la presunzione di innocenza: siamo in Europa. Questi atti violano la Convenzione europea dei diritti umani; sono atti da Medioevo, purtroppo. Vi chiedo – ha detto ancora Risopoulos rivolto ai giornalisti – di renderli pubblici. La pubblicità è l’anima della giustizia. Spero in un processo giusto: siamo in Europa”, ha concluso.

L’altro avvocato, Michalis Dimitrakopoulos, ha poi precisato che di non avere per ora l’intenzione di sporgere denuncia per maltrattamenti contro la Procura belga a causa delle condizioni della detenzione in isolamento di Eva Kaili, perché, ha detto, vanno prima chiarite meglio le circostanze. Ha comunque sottolineato che la sua cliente è stata posta in isolamento proprio mentre si svolgevano i colloqui della Procura con Panzeri che hanno poi portato alla decisione di quest’ultimo di collaborare pienamente con la giustizia belga, esprimendo il dubbio che possa esserci un collegamento fra i due fatti.

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