ROMA – Un disturbo della vista caratterizzato dalla perdita graduale, progressiva e irreversibile della capacità di mettere a fuoco da vicino, ma non è considerata un vizio refrattivo. La presbiopia è una condizione fisiologica legata all’avanzare dell’età; dopo i 40 anni, infatti, il nostro cristallino, la lente naturale che si trova all’interno dell’occhio, perde progressivamente la capacità di mettere a fuoco gli oggetti alle differenti distanze, ossia si verifica una diminuzione della capacità accomodativa. In Italia si stima che ci siano 28 milioni di presbiti (9 milioni tra i 45 e i 50 anni) e nel mondo oltre 2 miliardi. La presbiopia, inoltre, è un fenomeno che, seppur in modi e tempi diversi, finisce per interessare il 100% della popolazione oltre i 65 anni. Ne hanno discusso gli oculisti, insieme ad ottici e fornitori di lenti, in occasione di un simposio che si è svolto nell’ambito del 15esimo Congresso Nazionale AIMO, che si chiude oggi a Roma.
“La gestione clinica e refrattiva della presbiopia ha subito una radicale modifica negli ultimi anni- hanno fatto sapere gli esperti- La comparsa di nuove tipologie di attività lavorative, la sempre maggiore presenza di apparecchiature digitali nella vita quotidiana e la modifica globale dello stile di vita hanno determinato la necessità di compensare le diverse distanze focali attraverso l’utilizzo di soluzioni ottiche quanto più efficaci possibile. Da qui la necessità di utilizzare le lenti multifocali”. Ma la vita moderna sembra aumentare tra la popolazione anche il rischio di sviluppare la miopia, un altro difetto visivo a causa del quale si vede sfocato da lontano. Ad essere sempre più colpiti sono bambini e adolescenti. A confermare questa tesi una recente ricerca pubblicata sul ‘British Journal of Ophthalmology’, secondo cui attualmente un bambino/adolescente su tre è affetto da miopia ed entro il 2050 il problema potrebbe arrivare a riguardare il 40% dei minori, con circa 740 milioni di giovani costretti ad indossare gli occhiali. In Italia a soffrire di miopia sono 15 milioni di adulti e circa un milione e mezzo tra bambini e adolescenti, che rischiano di peggiorare la loro visione da lontano, anche a causa – hanno ribadito gli esperti – del troppo tempo passato al chiuso e all’utilizzo smodato di pc e smartphone.
“Non è più possibile continuare a considerare la miopia solo un difetto di rifrazione. La miopia elevata è una grave patologia oculare evolutiva- hanno sottolineato gli oculisti AIMO- che può condurre a una significativa riduzione della vista. Una delle poche certezze che abbiamo sulla miopia è la crescita costante della sua prevalenza nella popolazione mondiale, anche giovanile. Oltre alle già note soluzioni per il controllo della progressione miopica, come l’impiego dell’atropina in collirio e dell’ortocheratologia, sono oggi disponibili sistemi ottici (lenti oftalmiche e lenti a contatto) costruiti appositamente per il controllo della progressione che, seppure su specifiche popolazioni e su piccoli numeri, hanno mostrato di poter contribuire a rallentare l’evoluzione della miopia”. Da qui la necessità di informare i medici oculisti sulle opportunità nella gestione miopica, che li vede coinvolti insieme all’intera filiera della vista e al mondo accademico.
Infine, spazio ad una discussione sull’utilizzo delle lenti a contatto tra gli italiani: “Gli utilizzatori di lenti a contatto nel nostro Paese sono circa 3,3 milioni e il 90% di loro opta per quelle morbide- hanno fatto sapere ancora gli oculisti AIMO e i rappresentanti del mondo ottico- Questa tipologia di lenti negli ultimi anni ha presentato una rilevante evoluzione, grazie al miglioramento delle caratteristiche dei materiali e all’ottimizzazione delle geometrie disponibili, al fine di migliorare il comfort e la qualità della visione dei soggetti che presentano vizi refrattivi sferici o in presenza di astigmatismo e presbiopia”. Nella pratica quotidiana è “fondamentale” la collaborazione fra il medico oculista e il contattologo nell’evidenziare “eventuali controindicazioni” all’utilizzo di lenti a contatto e nel determinare le caratteristiche delle lenti ideali “al fine di ottimizzare il risultato applicativo”. Per il corretto utilizzo delle lenti a contatto, infine, è importante seguire “scrupolosamente” le indicazioni fornite dai professionisti della visione.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it