(Adnkronos) –
La chirurgia bariatrica è la soluzione gold standard per i casi di obesità grave. Una disciplina alla quale “il genio italiano ha dato moltissimo”, mettendo la firma su tanti interventi innovativi, ma che nel nostro Paese rimane sottoutilizzata, con appena 1 operato su 100 che ne avrebbero bisogno. Il conto è presto fatto. “In Italia l’11,2% della popolazione è obesa. Significa 6,5 milioni di persone, di cui circa la metà sarebbe operabile”. Quindi oltre 3,2 milioni di pazienti candidabili al ‘bisturi’, a fronte di un numero di interventi che invece “ogni anno sono al massimo 35mila. Siamo indietro rispetto a tutto il resto d’Europa, dove di pazienti ne operano molti di più”. Parte da questi numeri Marco Antonio Zappa, past president della Sicob (Società italiana di chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche), in un’intervista all’Adnkronos Salute in vista del congresso nazionale d’autunno della società scientifica, in programma il 28 e il 29 ottobre a Milano.
Zappa, big mondiale della chirurgia addominale, è un nome noto alle cronache non solo per il suo curriculum lungo 90 pagine. Nel settembre 2023 curò in urgenza Fedez per un’emorragia da due ulcere nel capoluogo lombardo, dove era direttore dell’Uoc di Chirurgia generale dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco. Un incarico che lasciò a inizio marzo 2024, quando disse addio al Servizio sanitario nazionale denunciando le anomalie di “un sistema dove 1 vale 1”. Oggi dirige il Dipartimento chirurgico del gruppo Iseni Sanità e a fine mese co-presiederà il Sicob Fall Meeting insieme a Paolo Gentileschi, vice presidente della società nazionale per la chirurgia dell’obesità. “Una realtà multidisciplinare, come multidisciplinare deve essere il trattamento di una condizione che non è un problema estetico, bensì una grave patologia”, sottolinea Zappa.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) la chiama ‘globesity’, un termine coniato ad hoc per rendere l’idea di un’emergenza di salute pubblica che a livello globale ha raggiunto dimensioni epidemiche. Gli ultimi dati diffusi dall’Oms dicono che nel 2022 convivevano con l’obesità 1 persona su 8 nel mondo. Dal 1990 la malattia è più che raddoppiata negli adulti over 18, dal 7% al 16%, e quadruplicata dal 2% all’8% tra i bambini e gli adolescenti 5-19enni. Sempre nel 2022, il 43% degli adulti nel mondo era sovrappeso. “La prima cosa da capire – insiste il past president della Sicob – è che essere obesi vuol dire essere malati, vuol dire soffrire di una patologia dai costi altissimi: diretti, per le cure e i ricoveri in ospedale, e indiretti, per le giornate di lavoro perse, le pensioni di invalidità”. Ma il primo costo è la vita, perché di obesità si può morire. Sono tante malattie nella malattia: “Ci sono i problemi cardiologici, i problemi ortopedici, il diabete di tipo 2. E anche se nessuno lo sa, c’è il cancro”.