La provocazione di Pyongyang. E sarebbe anche pronto test nucleare
Roma, 5 nov. (askanews) – La Corea del Nord ha lanciato più missili balistici a corto raggio nel Mare del Giappone. Lo ha riferito oggi lo Stato maggiore congiunto della difesa sudcoreana, nel giorno in cui gli Stati uniti – considerati da Pyongyang il proprio principale nemico – vanno al voto per il nuovo presidente.
Lo Stato maggiore congiunto di Seoul ha dichiarato di aver rilevato i lanci intorno alle 7:30 del mattino (ora di Seoul) dalla zona di Sariwon, dalla provincia occidentale di Hwanghae del Nord, e che i missili hanno percorso circa 400 chilometri prima di cadere in mare.
Secondo Seoul, sono stati apparentemente utilizzati nuovi lanciatori multipli di razzi di grandi dimensioni da 600 millimetri, modello KN-25. Si ritiene che questo sistema d’arma sia capace di colpire ovunque in Corea del Sud, se lanciato da Sariwon.
Il funzionario ha rifiutato di specificare il numero di missili lanciati, sottolineando che è in corso un’analisi dettagliata.
L’intelligence sudcoreana aveva avvertito nei giorni scorsi che la Corea del Nord avrebbe potuto effettuare test di armi in prossimità del voto presidenziale statunitense per affermare la propria presenza e attirare attenzione esterna, vantando le proprie capacità nucleari.
Il nuovo test missilistico è avvenuto cinque giorni dopo il lancio nel Mar del Giappone del nuovo missile balistico intercontinentale (ICBM) Hwasong-19, teoricamente in grado di raggiungere il territorio degli Stati uniti.
Chiamando l’Hwasong-19 la “versione definitiva” della sua serie ICBM, la Corea del Nord ha affermato di aver rinnovato i record della propria capacità missilistica strategica e di aver assicurato una “posizione egemonica irreversibile” nello sviluppo di vettori per le testate nucleari.
In risposta al lancio della scorsa settimana, la Corea del Sud, gli Stati uniti e il Giappone hanno condotto esercitazioni aeree congiunte, che includevano un bombardiere B-1B statunitense, nelle acque a est dell’isola meridionale di Jeju domenica scorsa.
Kim Yo-jong, la potente sorella del leader nordcoreano, ha criticato l’esercitazione aerea poco prima dell’ultimo lancio, descrivendola come una dimostrazione della “natura aggressiva, ostile e pericolosa” del nemico.
La Corea del Nord ha inoltre reagito al dispiegamento di risorse strategiche statunitensi nella e vicino alla penisola coreana, accusando Washington di incrementare le tensioni.
Citando la situazione di sicurezza recente, lo Stato maggiore sudcoreano ha detto di ritenere che il regime di Kim Jong Un potrebbe intraprendere altre azioni provocatorie, come il lancio di un missile ipersonico, un satellite spia o missili balistici o da crociera lanciati da sottomarini, oltre a condurre un eventuale settimo test nucleare. Recentemente Seoul ha detto di ritenere la Corea del Nord pronta a effettuare “in qualsiasi momento” un test nucleare presso il suo sito di Punggye-ri.
Kim Jong Un, inoltre, ha recentemente stretto rapporti di sicurezza più intensi con la Russia di Vladimir Putin, firmando un accordo di partenariato strategico che prevede anche una clausola di difesa reciproca. Seoul e gli Usa hanno accusato Pyongyang di aver inviato in Russia migliaia di soldati per un eventuale utilizzo nella guerra in Ucraina.