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Nasce la Fondazione Giulia Cecchettin, omaggio e richiamo collettivo

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Le parole di papà Gino alla Camera, un anno fa ritrovavano il corpo

Roma, 18 nov. (askanews) – “Siamo qui per dare forma concreta a un sogno che ha un valore immenso perché è nato da una tragedia immane. Perché è così che spesso funziona la vita: ci prende per mano e ci porta a compiere i passi più luminosi, a scorgere una strada quando tutto sembra perduto. A volte, e non è retorica, quando si affrontano sofferenze tali che potrebbero togliere qualsiasi speranza e prospettiva, la vita ancora ti sorprende offrendoti la possibilità di trasformare il dolore in significato, la perdita in impegno, l’oscurità in azione. Oggi sono qui per parlarvi proprio di questo, di uno scopo, che ha trovato radici nel ricordo di Giulia e che oggi prende forma nella Fondazione Giulia Cecchettin”: lo ha detto Gino Cecchettin, nel suo intervento nella Sala della Regina della Camera dei Deputati per presentare la nascita e i programmi della Fondazione intitolata alla figlia Giulia.”La Fondazione Giulia Cecchettin oltre a essere un omaggio a Giulia, alla quale si ispira, è anche un impegno che richiede il coinvolgimento di ciascuna e ciascuno di noi, un richiamo collettivo che ci invita a guardare oltre noi stessi proiettandosi il benessere della società e il futuro delle nuove generazioni”, ha sottolineato papà Gino. “Con determinazione possiamo combattere l’uso dei linguaggi e dei comportamenti che mancano di rispetto, perché spesso la violenza inizia dalle parole, prima di arrivare ai gesti”, ha affermato. “La Fondazione Giulia Cecchettin è qui per dare voce e sostegno a chi non può più urlare e a chi vive nella paura”, aggiunge. “La Fondazione Giulia Cecchettin ha il compito ambizioso di educare per produrre un cambiamento che possa radicarsi per poi poter crescere forte e portare molto frutto, empatia, rispetto, armonia e amore non sono sentimenti individuali ma le fondamenta di una società giusta e solidale. La violenza di genere non è una questione privata o isolata, è un fallimento collettivo”, ha detto ancora Cecchettin. “Scusate l’emozione, ma oggi ricorre esattamente un anno da quando mi hanno comunicato che Giulia non c’era più e questo lo percepisco tutto, non vogliatemene”, ha concluso tra gli applausi dei presenti.Per la Fondazione, insieme al Presidente Gino Cecchettin, sono intervenute: la Vice Presidente Anna Maria Tarantola (in collegamento); la Tesoriera Anna Fasano, Presidente Banca Etica; le Consigliere Maria Luisa Pellizzari, Prefetto in quiescenza; Federica Pellegrini, atleta; Gaia Tortora, giornalista e moderatrice dell’incontro. Gli interventi dei componenti del Comitato Scientifico della Fondazione Giulia Cecchettin – Irene Biemmi, docente in Pedagogia di genere dell’Università di Firenze, Stefano Ciccone, Università di Roma Tor Vergata, fondatore di Maschile Plurale e Barbara Poggio, Prorettrice alle politiche di equità e diversità, Università di Trento – si sono focalizzati in particolare sui temi del linguaggio, del maschilismo e dell’educazione all’affettività.

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