Il 3 novembre. Concerto preceduto da Foolk Talk
Roma, 30 ott. (askanews) – Dopo l’apertura, il 26 ottobre a Roma dell’undicesima edizione del Festival Popolare italiano diretto dal musicista e compositore Stefano Saletti, realizzato in condivisione con il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, va in sena il 3 novembre Areasud, che esegue musiche originali di ispirazione tradizionale principalmente legate alle culture siciliane e calabresi, territori da secoli al centro del Mediterraneo, “grande brodo musicale” di popoli che condividono uno stesso destino e una comune identità espressiva.
A un ricco repertorio di tarantelle, in cui zampogna e friscalettu sono protagonisti assoluti, si affiancano canti rituali, favole e serenate che raccontano con il suono e la lingua nativa, un pezzo di storia dei musicisti stessi, della gente comune che ci ha preceduti. I musicisti provengono in parte dai ben noti gruppi di world music come Nakaira e Oi Dipnoi, coi quali hanno partecipato negli ultimi vent’anni a numerose tournée nei principali circuiti nazionali ed esteri.
I FOOLK TALK – CONVERSAZIONI IN MUSICA. Il Festival, oltre alla musica, è anche parola. Ogni concerto, infatti, sarà preceduto alle 17 dai Foolk Talk, una serie di incontri a cura di Blogfoolk Magazine, autorevole settimanale dedicato alle musiche popolari, world e folk, curati dal direttore editoriale Salvatore Esposito e da Stefano Saletti, nei quali verranno approfonditi gli aspetti legati alle musiche eseguite, agli strumenti utilizzati e al mondo popolare.
IL LUOGO. Il progetto del Festival Popolare è condiviso con il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali diretto dall’architetto Sonia Martone, che con la sua ricca collezione di strumenti antichi, e del mondo, crea un connubio naturale tra musica ascoltata e cultura della musica. Il costo del biglietto d’ingresso di 6 euro permette – prima della partecipazione al concerto – anche la visita alle sale espositive.
IL FESTIVAL. Sotto la direzione artistica di Stefano Saletti (polistrumentista e compositore, alla guida della Banda Ikona e di diversi ensemble internazionali di world music), gli artisti coinvolti fanno conoscere la forza di una tradizione musicale che si rinnova continuamente e mantiene intatto il suo fascino. Il festival, nato nel centro di accoglienza Baobab nel 2015, alla sua chiusura si è trasferito al Teatro Villa Pamphilj dove si è svolto per cinque edizioni, poi nello storico Teatro Verde e dal 2023 al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali. Nelle edizioni precedenti ha visto la partecipazione dei più rappresentativi esponenti della musica popolare non solo italiana.
Il Festival Popolare italiano appartiene alla Rete Italiana della World Music, un’associazione che riunisce operatori, musicisti e oltre 25 festival di tutte le regioni d’Italia. Missione della Rete è supportare il mondo della world music italiana e contribuire alla diffusione di un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo per il nostro Paese in cui la musica è strumento di costruzione della propria identità culturale, ma anche di conoscenza e di contaminazione con le altre culture del Mediterraneo, e quindi fonte di innovazione. L’undicesima edizione del festival dal sottotitolo “Canto, mito e rituale”, è realizzata con il contributo del Nuovo Imaie.