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Morto per la ‘malattia del Congo’, Soipa: “Ipotesi di malaria molto aggressiva, caso da studiare”

PoliticaMorto per la ‘malattia del Congo’, Soipa: “Ipotesi di malaria molto aggressiva, caso da studiare”

ROMA – “Il paziente è deceduto a causa di complicazioni dovute a malaria, come confermato da analisi molecolari eseguita da INMI Spallanzani (Istituto nazionale per le malattie infettive) che hanno escluso la presenza di altri agenti patogeni. Ma non so se è il caso di correlare il decesso dell’uomo, a quanto pare mai ospedalizzato, con i tanti casi di mortalità verificatisi nella Repubblica Democratica del Congo. Il caso è certamente da studiare, potrebbe essere una variante particolarmente aggressiva di malaria, ma sarà necessario fare altre analisi di laboratorio, incluse quelli molecolari”. Così la professoressa Laura Rinaldi, ordinaria di Parassitologia e Malattie parassitarie all’Università Federico II di Napoli e presidente della Società Italiana di Parassitologia (SoIPa), commenta alla Dire i primi risultati dei campioni di sangue analizzati nei laboratori dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani IRCCS di Roma dell’uomo di 55 anni morto a Trevignano, dopo il ritorno da un viaggio in Congo. Tali risultati hanno evidenziato la presenza di Plasmodium falciparum, agente responsabile della malaria, e le stesse analisi hanno escluso la presenza di altri agenti patogeni virali o batterici co-infettanti.

“STOP A FAKE NEWS: NON ESISTE IL ‘VIRUS MALARICO’, UN PROTOZOO CAUSA LA MALARIA”

“Certamente il paziente era positivo alla malaria- prosegue la professoressa Rinaldi- e sicuramente il Congo è iperendemico per questa malattia parassitaria. Ma concordo con l’OMS sul fatto che bisogna andare veramente cauti. Potrebbe essere una forma di malaria grave”. Il paziente, da quanto si apprende, non è stato ospedalizzato“ e questo potrebbe essere un cofattore del decesso. Quando si è punti dalle zanzare del genere Anopheles e si può contrarre la malaria- sottolinea infatti la presidente- è necessario agire tempestivamente sia con la diagnosi sia con la terapia”. Per quanto riguarda invece i numerosi casi in Congo, secondo l’esperta, la malnutrizione e la comorbidità con altri agenti patogeni “potrebbero essere la concausa di tante morti”. La parola chiave deve però essere ‘cautela’, anche nel diffondere informazioni: “Sto leggendo diverse fake news, alcune parlano di ‘virus malarico’, ma non è così, si tratta di un protozoo trasmesso da zanzare. C’è una grande differenza tra un virus e un protozoo- evidenzia la professoressa Rinaldi-per quanto riguarda l’eziologia, la biologia e l’epidemiologia; quindi facciamo attenzione anche alle informazioni”.

I SINTOMI E COSA FARE

Ma quali sono i sintomi della malaria? E quando ci si deve rivolgere agli esperti? “Sicuramente la febbre alta era un sintomo da non da trascurare- risponde Rinaldi alla Dire- soprattutto o il fatto che il paziente fosse stato in Congo. Quando si va in Africa, per lavoro o per viaggi, bisogna considerare le malattie che sono presenti e se si hanno dei sintomi, come febbre e/o diarrea, bisogna rivolgersi ad un presidio medico. Andare subito in ospedale può scongiurare un possibile decesso”. In Italia, intanto, ci sono stati casi di malaria, ma “sempre di importazione, quindi hanno riguardato persone di ritorno da viaggi. Nel nostro Paese ci sono diverse reti e centri di diagnosi per la malaria a cui rivolgersi, per poi intraprendere la terapia più opportuna . Si possono somministrare antimalarici e c’è anche un vaccino che è stato autorizzato dall’OMS, ma stanno ancora facendo degli studi pilota nei Paesi endemici dell’Africa Sub-Sahariana”.

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