ROMA – “Freedom”. Si intitola così il murales apparso al Consolato dell’Iran di Milano e rappresentante la studentessa in intimo, Ahoo Daryaei, l’universitaria iraniana arrestata e rinchiusa in un centro psichiatrico dalla polizia morale. Autore dell’opera aleXsandro Palombo per chiedere la libertà della ragazza che si è spogliata in segno di protesta contro il regime degli Ayatollah nel cortile del dipartimento di Scienza e Ricerca dell’Università Islamica Azad di Teheran.
Secondo il Ministro della Scienza iraniano Hossein Simaei il comportamento della studentessa è “immorale” e diffondere le immagini della studentessa in intimo non è né moralmente né religiosamente giustificabile.
L’azione della giovane universitaria, che sui social media viene chiamata Ahoo Daryaei, era rivolta ai metodi coercitivi e violenti della Polizia morale che impone alle iraniane un rigido codice di abbigliamento entrato in vigore dopo la rivoluzione islamica del 1979 con cui si obbligano le donne ad indossare il velo e vestiti lunghi e larghi. L’organo di polizia religiosa è tornato ad essere attivo nel 2023 dopo la sospensione temporanea in seguito all’uccisione della ragazza curda Mahsa Amini, brutalmente assassinata dalla polizia morale iraniana il 16 settembre 2022.
Il coraggio di Ahoo Daryaei ha riportato sotto i riflettori la drammatica situazione della costante oppressione che subiscono le donne nella Repubblica islamica dell’Iran. Non è la prima volta che le autorità cercano di delegittimare le donne che manifestano descrivendole come mentalmente instabili, è una tecnica ampiamente utilizzata dal regime iraniano per sopprimere la loro libertà e i loro diritti.
Il ministro della Scienza iraniano Hossein Simaei ha dichiarato che la studentessa “ha infranto le norme e il suo comportamento è immorale e contrario ai costumi. Coloro che hanno ripubblicato queste riprese diffondono la prostituzione e non dovrebbero essere incoraggiati in quanto non sono né moralmente né religiosamente giustificati”.
“Ahoo Daryaei ci ha donato il suo corpo come atto d’amore universale per farne un’arma pacifica con cui sfidare il regime islamico degli Ayatollah- ha dichiarato l’artista aleXsandro Palombo-. Il suo gesto è profondo, il suo sacrificio è dirompente, Ahoo Daryaei ci invita a diffondere il messaggio attraverso il suo corpo e a portare avanti l’urlo di libertà e di coraggio delle donne iraniane. Un monito a non voltarci dall’altra parte, a lottare insieme a loro per non essere complici e indifferenti” .
NON SI HANNO PIÙ NOTIZIE DELLA STUDENTESSA, CRESCE LA PREOCCUPAZIONE PER LA SUA SORTE
Non si hanno più notizie della studentessa di letteratura francese dell’università di Teheran e nel mondo cresce la preoccupazione per la sua sorte. Il suo gesto l’ha resa una nuova eroina delle libertà negate e il suo corpo nudo un potente strumento di battaglia per i diritti, sono tante le mobilitazioni di solidarietà che in queste ore prendono vita grazie ai movimenti femministi.
Anche aleXsandro Palombo, da sempre in prima linea per i diritti delle donne, ha voluto dare il suo contributo celebrando il coraggio della studentessa con un’opera di protesta apparsa al Consolato dell’Iran, un messaggio di sensibilizzazione forte con cui l’artista ne chiede il rilascio. Palombo ha ritratto la studentessa nell’iconica immagine che ha fatto il giro del mondo, mentre cammina scalza e in biancheria intima, le braccia conserte e i lunghi capelli neri. Nell’opera Ahoo Daryaei indossa un reggiseno stampato con la bandiera dell’Iran e slip rosso sul quale appare la scritta “Freedom”, lo sguardo fiero e coraggioso mentre cammina lentamente davanti al Consolato dell’Iran di Milano, la forza di una donna che ha usato il suo corpo per sfidare il regime in nome della libertà.
PALOMBO AL FIANCO DEI DIRITTI DELLE DONNE IRANIANE
Non è la prima volta che l’arte di aleXsandro Palombo si occupa dei diritti delle donne iraniane. L’artista, in seguito alla morte di Mahsa Amini , aveva realizzato una serie di tre opere che hanno fatto il giro del mondo dal titolo “The Cut”, “The Cut 1” e “The Final Cut” con Marge Simpson che tagliava i suoi iconici capelli per celebrare Mahsa Aminie il coraggio delle donne iraniane. Molte importanti personalità internazionali avevano sostenuto e condiviso le opere di Palombo, da Carolyn Omine, scrittrice Tv ed Executive Producer dei Simpson con cui ha vinto quattro Emmy Awards a Ian Bremmer uno dei più autorevoli politologi americani a livello internazionale fino a Nathaniel Gleicher il capo della politica di sicurezza di Meta.
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