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Milan, Fonseca: “Servono leader. Non mi importa dei nomi, se ho un problema lo dico in faccia”

Dall'Italia e dal MondoMilan, Fonseca: "Servono leader. Non mi importa dei nomi, se ho un problema lo dico in faccia"

(Adnkronos) – Il tecnico del Milan, Paulo Fonseca, è intervenuto in conferenza stampa per presentare Milan-Udinese, in programma domani, sabato 19 ottobre, alle 18: “Milan-Udinese in equilibrio? È una statistica che non ho guardato, devo essere onesto. Sapevo che ci sono grandi difficoltà a vincere qui con l’Udinese, domani non sarà diverso. L’Udinese è una buona squadra che sta facendo un buon inizio di campionato, molto aggressiva, gioca bene ed è molto motivata. Sono sicuro che noi dobbiamo essere al nostro miglior livello per vincere domani. Sarà una partita intensa e molto difficile”. 

“Il primo giorno della settimana è stato buono, non ho visto nessuno. Ero arrabbiato, dopo questo tipo di partite non mi piace vedere nessuno” ha continuato riferendosi alla sconfitta con la Fiorentina, “non abbiamo avuto tanti giocatori per gli allenamenti, abbiamo approfittato per allenarci con i giovani del Milan Futuro. I nazionali sono arrivati solo ieri. Abbiamo fatto quello che è normale: abbiamo parlato della Fiorentina e abbiamo iniziato a preparare la partita con l’Udinese”.  

“La mia leadership silenziosa dall’esterno viene fraintesa? La mia leadership non la ostento, non sono un attore. Quello che dico lo dico all’interno dello spogliatoio, faccia a faccia. Se abbiamo un problema non me ne frega un c…. del nome del calciatore, mi confronto direttamente con la squadra o con i giocatori che hanno sbagliato. Se ne ho parlato con Ibra? Siamo tornati insieme in treno, abbiamo parlato dopo la partita com’è normale che sia”, ha proseguito Fonseca. “Chi ha sbagliato a Firenze domani verrà punito? Vediamo domani. Per me nessun calciatore è più importante della squadra. Bisogna prendersi le proprie responsabilità quando si sbaglia. E se qualcuno sbaglia in questo spirito di squadra per me è difficile. Vediamo domani come sarà. Mi accusano che non ho in mano lo spogliatoio? Non ho bisogno di dimostrare nulla, non sono un attore. Nel calcio oggi c’è tanta necessità di farsi vedere, io invece sono così, dal primo giorno. Fate questa domanda ai calciatori, se sono stato così dal primo giorno o meno”.  

“Domani può giocare Okafor? È una possibilità ma non so se giocherà. Pulisic trequartista con Chukwueze largo a destra? Sì. Pulisic non sta giocando aperto in questo momento, è un trequartista a destra. È possibile”. Sicuramente però saranno assenti Calabria e Theo Hernandez. “Io sono arrivato qui e il Milan aveva già tre capitani: Calabria, Theo e Leao. Perché sono i giocatori con più partite nel Milan. Posso essere o no d’accordo con questo, ma ho rispettato questa cosa, devo rispettarla. Quello che io penso è che questa squadra ha bisogno di più leadership. Non è importante chi va in campo e usa la fascia, ma è importante avere nello spogliatoio 2-3 giocatori che condividono questa leadership. Penso che abbiamo altri giocatori che possono aiutare questi giocatori: è leader non solo chi indossa la fascia… Abbiamo altri giocatori che possono aiutare in questo”, ha spiegato il tecnico rossonero. 

Da qui a fine ottobre tre gare di Serie A e una di Champions. Questo può essere il vero primo momento cruciale della stagione. “Qui tutte le partite sono importanti, per questo non penso troppo a lungo termine perché la più importante è domani. Abbiamo una partita troppo difficile, il poco tempo che abbiamo serve a concentrare il giocatore sulla prossima partita. Qui al Milan tutte le partite sono cruciali, decisive. Magari per i tifosi il derby è stato un momento decisivo, per me sono tutte decisive. Se mi sto divertendo? Mi piacerebbe divertirmi di più. Essere allenatore, non solo qui, non è una cosa molto divertente. Abbiamo momenti. Penso che a questo livello è difficile essere sempre con il sorriso in faccia. Non è facile. Ma so una cosa: porto sempre la mia passione tutti i giorni. Non cambierei il mio lavoro per nessun altro. Essere allenatori a questo livello vuol dire che abbiamo problemi tutti i giorni, ma quando ne risolvi uno allora arriva grande felicità”. 

Milan (4-2-3-1): Maignan; Emerson Royal, Gabbia, Pavlovic, Terracciano; Fofana, Reijnders; Pulisic, Morata, Leao; Okafor. All. Fonseca. 

Udinese (3-5-1-1): Okoye; Kabasele, Bijol, Touré; Ehizibue, Ekkelenkamp, Karlstrom, Lovric, Zemura; Bravo; Lucca. All. Runjaic. 

 

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