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Metsola: Nessun Paese dell’Ue sia lasciato solo a gestire migrazioni

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Presidente Parlamento europeo alla Camera: “Serve approccio europeo”

Roma, 25 ott. (askanews) – “Nessun Paese membro dell’Unione europea deve essere lasciato solo a gestire l’impatto delle migrazioni, per affrontare il quale è necessario un “autentico approccio europeo”. Lo ha affermato oggi la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola intervenendo alla Camera a un evento commemorativo in onore di Alcide De Gasperi.”Il Patto sulla migrazione e l’asilo, che abbiamo adottato all’inizio di quest’anno dopo un decennio di impasse politica, offre un percorso da seguire. Proteggerà le nostre frontiere, ma sarà anche equo con coloro che hanno diritto alla protezione. Sarà fermo con coloro che non ne hanno diritto e devono essere rimpatriati rapidamente e in sicurezza. E, soprattutto, sarà intransigente nei confronti delle reti di trafficanti che sfruttano i più vulnerabili e trasformano la migrazione in un’arma”, ha assicurato la numero uno del Parlamento europeo.”La fiducia nei nostri partner per la gestione delle frontiere esterne ci ha consentito di eliminare i controlli all’interno dell’Unione europea. Questo è un successo europeo che non può essere rimesso in discussione”, ha continuato Metsola.”Questo significa garantire che nessuno Stato membro, che sia l’Italia o qualunque altro, si senta lasciato solo a gestire una questione che richiede un autentico approccio europeo”, ha puntualizzato la presidente dell’Europarlamento. “Quindi dobbiamo eliminare la tossicità da questo dibattito, che è strettamente legato alla sostanza di cosa significhi essere europei. Possiamo farlo attraverso l’orgoglioso approccio europeo incentrato sull’uomo, senza mai dimenticare che stiamo parlando di esseri umani, e non di statistiche senza volto. Possiamo farlo attuando il Patto, stando l’uno al fianco dell’altro, spiegando e agendo”.Su questo “c’è ancora del lavoro da fare”, secondo Metsola. “Dobbiamo destinare le risorse – ha detto ancora – a chi ne ha veramente bisogno, perché solo un approccio europeo coordinato può garantire l’integrità del nostro spazio Schengen per continuare il lavoro di chi è venuto prima di noi”.

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