ROMA – Angela Merkel dice che all’inizio fece un errore: trattò Donald Trump “come se fosse completamente normale”. Ma poi, ma avrebbe “imparato rapidamente a conoscere la sua natura emotiva e il suo debole per i tiranni”. Lo racconta nella sua attesissima autobiografia, un libro di oltre 700 pagine che si intitola “Freedom”.
Negli estratti, pubblicati dal Die Zeit, l’ex cancelliera tedesca afferma di aver inizialmente frainteso Trump nel loro primo incontro nel 2017 nello Studio Ovale, dove lui tentò di umiliarla rifiutandosi di stringerle la mano davanti alle telecamere. “Invece di sopportarlo stoicamente, gli ho sussurrato che avremmo dovuto stringerci di nuovo la mano”, scrive. “Ma Trump sapeva esattamente cosa stava facendo… Voleva dare alla gente qualcosa di cui parlare con il suo comportamento, mentre io mi ero comportata come se stessi conversando con qualcuno di completamente normale”.
Ora Merkel valuta Trump come “emotivo”. Invece di cercare di costruire ponti con gli alleati tradizionali, scrive Merkel, “Trump era apparentemente affascinato dal presidente russo”, e nota che “i politici con tratti autocratici e dittatoriali lo avevano in loro potere”.
Sul volo di ritorno dopo i primi colloqui, Merkel concludeva che Trump “considerava tutto come lo sviluppatore immobiliare che era prima di entrare in politica”, come un gioco a somma zero. “Per lui, tutti i paesi erano rivali in cui il successo di uno significava il fallimento di un altro. Non pensava che la prosperità potesse essere aumentata per tutti attraverso la cooperazione”.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it