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Manager e giornalisti a confronto al ‘Brand Journalism Festival’

PoliticaManager e giornalisti a confronto al ‘Brand Journalism Festival’

ROMA – Etica, trasparenza e sostenibilità nel mondo della comunicazione aziendale.

È questo l’obiettivo della prima edizione del ‘Brand Journalism Festival’, che si è svolta oggi a Roma presso il Talent Garden Ostiense, sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo.

Oltre 200 persone, tra editori, giornalisti, dirigenti e responsabili della comunicazione, si sono confrontati per costruire un’informazione responsabile, che non si limiti a veicolare messaggi commerciali, ma che risponda a un’esigenza sociale e culturale di verità.

Il ruolo del ‘Brand Journalism’, con il suo approccio orientato alla trasparenza, è stato ampiamente discusso dai relatori, che hanno sottolineato la necessità di formare un pubblico consapevole e in grado di sviluppare un pensiero critico.

All’evento hanno partecipato, tra gli altri: Carlo Corazza, direttore dell’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia; Ilario Vallifuoco, CEO di Social Reporters e ideatore del Brand Journalism Festival; Alessandra Cappello, responsabile internal communication and digital workplace Gruppo Unipol; Fernando Vaccarini, responsabile media relations, corporate reputation & digital Pr Gruppo Unipol; Marco Brachini, chief marketing, brand and customer relationship officer, CMO Sara Assicurazioni group; Vittorio Fiore, director in communication, public & regulatory affairs Lactalis; Giulia Caramaschi, responsabile comunicazione interna Gruppo Hera; Paolo Tedeschi, head of corporate communications marketing & sustainability Canon Italia.

“Ho fatto naufragio, bene ho navigato”. Come si affronta una crisi reputazionale? il titolo del Panel che ha visto al centro della discussione le complesse sfide che i leader affrontano durante le crisi reputazionali.

Moderato da Silvia Zucco, Direttore Generale dell’Agenzia di Stampa Dire, il dibattito ha visto il contributo di esperti in comunicazione e gestione della crisi, Leonardo Donato, editore di Fortune, Walter Ricciardi, docente dell’Università Cattolica, Daniele Chieffi, CEO NOACom, e Anna Rita Fioroni, Presidente Confcommercio Professioni.

Nel corso della giornata è emerso il concetto di reputazione aziendale come valore fondamentale, costruita giorno per giorno attraverso la trasparenza e un’informazione responsabile.

“Lavorare su una comunicazione trasparente, reale e autentica è un aspetto determinante per costruire una solida ‘brand reputation’ e dare valore alla marca- dichiara Marco Brachini, chief marketing, brand and customer relationship officer, CMO Sara Assicurazioni group- Per noi è fondamentale e cerchiamo di lavorare attraverso tutti gli strumenti che ci mette a disposizione la tecnologia. Abbiamo sviluppato un progetto ‘Podcast stories’ che ci ha portato a lavorare sulle piattaforme ‘on demand’ che ci permettono di sviluppare contenuti a valore che sostengono il brand e ci permettono di trasmettere contenuti che vengono apprezzati per la modalità di trasmissione. Nel comunicare bisogna fare attenzione, se si è una media company, a lavorare su contenuti di valore che non creino effetti collaterali o negativi”.

Per una giusta comunicazione interna all’azienda “noi ci affidiamo a un metodo- spiega Alessandra Cappello, responsabile internal communication and digital workplace Gruppo Unipol- che è ‘informare, ingaggiare, fare’. La prima cosa è informare correttamente i nostri colleghi in maniera trasparente e autentica, raccontando quella che è la verità della nostra azienda. Utiliziamo tantissimi strumenti a nostra disposizione, dai podcast ai video, alle newsletter e infografiche che aiutano a spiegare i cambiamenti all’interno dell’azienda. Tutto questo per poi poterli ingaggiare e coinvolgere, anche con i social media interni. Successivamente si riesce ad attivare dei cambiamenti. Il mondo cambia costantemente ed è impossibile pensare di poter stare in un posto di lavoro e non dover costantemente studiare, informarsi e cambiare”.

Secondo Giulia Caramaschi, responsabile comunicazione interna Gruppo Hera, nel brand journalism “è importante creare delle narrazioni e considerare la comunicazione come un’esperienza di consumo, di cui dipendenti e clienti hanno bisogno, perché viviamo in un mondo di prodotti standardizzati. La differenza la fanno le storie che sono dietro a questi prodotti. Noi pratichiamo questo attraverso le voci delle persone che raccontano il lavoro, i progetti, come nascono e come vengono venduti, ma anche la quotidianità del lavoro dei dipendenti e la loro esperienza di vita legata ai valori aziendali”.

Fernando Vaccarini, responsabile media relations, corporate reputation and digital Pr, Gruppo Unipol, evidenzia il fatto che “è cambiato il paradigma nel modo di comunicare. Non è più possibile avere un approccio ‘top down’, con un’azienda che emette un comunicato stampa e i media che lo riprendono. Oggi vale di più un approccio lineare e condiviso, per questo è importante fare l’utilizzo in ambito social e di un magazine log, perché consente all’azienda di poter raccontare in maniera trasparente e corretta quelli che sono i rischi potenziali o emergenti che dovremmo affrontare nei prossimi decenni. La comunicazione non deve essere autoreferenziale, ma deve avere un approccio condiviso”.

Sulla stessa linea Vittorio Fiore, director in communication, public and regulatory affairs Lactalis, che spiega: “Le nostre linee di comunicazione sono improntate alla trasparenza, alla serietà e soprattutto alla confidenza che vogliamo creare con il pubblico. Gli errori da non commettere sono due: non perseverare e non fare comunicazioni spot che non siano legate a un preciso programma che si declina nel tempo”.

Nel panel dedicato al rapporto tra responsabili della comunicazione aziendale e mondo giornalistico è intervenuto Paolo Tedeschi, head of corporate communications marketing and sustainability Canon Italia, per il quale le regole da rispettare sono “trasparenza e attività rispettosa l’uno verso l’altro. È la professionalità che si incontra, e mettersi a nudo ogni volta che ci si incontra è il segreto del successo. L’errore da non fare, per una comunicazione efficace, è pensare di avere un’arroganza di posizione, perché quando sei tra i primi brand più acclamati, amati e autorevoli del pianeta, devi essere molto attento a non scivolare in quello che ti può far sentire importante o più di qualcun altro”.
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