Di Nicola Perrone, Vincenzo Giardina, Alessandra Fabbretti e Piero Bonito Oliva
ROMA – Kamala Harris vince in California, lo Stato che dà diritto al maggior numero di grandi elettori, ben 54, ma rischia di perdere in molti “Swing States”, decisivi per l’elezione alla Casa Bianca.
A confermarlo il dato della Georgia. Dopo oltre il 95 per cento delle schede scrutinate, Donald Trump è avanti con il 51 per cento delle preferenze. Il suo vantaggio su Harris è di circa 135mila voti.
L’emittente Cnn prevede poi che il candidato repubblicano vinca anche nella Carolina del nord, uno Stato in bilico, potenzialmente decisivo, che vale ben 16 “grandi elettori”.
Lo spoglio ha raggiunto in questo caso il 91 per cento e il vantaggio di Trump è di tre punti.
Trump dunque tenta la volata: sorpassa Kamala Harris in Pennsylvania, che resta comunque in bilico, e guida anche in altri Stati ritenuti particolarmente incerti: Georgia, Carolina del nord e Wisconsin.
Già esulta Elon Musk, certo di una vittoria repubblicana: “Gioco, partita, incontro”.
Non scontato neanche il vantaggio dell’ex presidente in Virginia, dove restano comunque favoriti i democratici. Secondo il quotidiano New York Times, le probabilità di vittoria per Trump sono al 90 per cento.
In Michigan, un altro “Swing States”, Harris resta invece avanti, sia pure di appena due punti percentuali. A dare il senso dell’incertezza è comunque soprattutto la Pennsylvania, che dà diritto a ben 18 “grandi elettori”.
Trump ha recuperato lo svantaggio iniziale e guida ora con il 51 per cento contro il 48 di Harris. Scrutinate però appena la metà delle preferenze espresse.
“Se vinciamo in Pennsylvania, vinciamo tutto”: ha detto il candidato per i repubblicani Donald Trump, intervenendo a un programma di Talk Radio, emittente con base a Philadelphia.
La vittoria nello Stato dà diritto a 19 “grandi elettori”.
FLORIDA, TRUMP VINCE E CONQUISTA I 30 ‘GRANDI ELETTORI’
La Florida è di Donald Trump. Dopo il 95 per cento delle schede scrutinate, il candidato repubblicano ha infatti il 56 per cento dei voti. Lo scarto con la rivale democratica Kamala Harris è di circa un milione e 380mila voti. Nel 2000 la Florida decise le elezioni per poche centinaia di schede di scarto tra gli aspiranti presidenti George Bush e Al Gore. Da allora il vantaggio repubblicano si è ampliato progressivamente.
TRUMP EVOCA BROGLI DI MASSA IN PENNSYLVANIA, MA È SMENTITO
“Si parla un sacco di brogli di massa a Philadelphia, stanno arrivando le forze dell’ordine”: Così Donald Trump sul suo network Truth Social, con una versione dei fatti non confermata però dai responsabili della polizia e dai magistrati locali. Il district attorney della città, Larry Krasner, ha riferito: “Non c’è alcuna base fattuale per le forze dell’ordine per sostenere questa tesi folle”. Le dichiarazioni del magistrato sono state rilanciate anche sul suo profilo X.
DEMOCRATICI RILANCIANO IL NUMERO VERDE DI ASSISTENZA AL VOTO
“Se siete in coda prima della chiusura dei seggi, restate in coda. È un vostro diritto far sentire la vostra voce. Se avete problemi a esprimere il voto, chiamate la nostra hotline di assistenza agli elettori: 833-336-8683″.
Lo scrive sui propri canali social la candidata democratica Kamala Harris.
Sono 161 milioni e 420mila i cittadini statunitensi che si sono registrati per votare alle elezioni, presidenziali e che prevedono anche il rinnovo dei membri del Congresso e la nomina di vari governatori federali.
NON SI VOTA SOLO PER IL PRESIDENTE
Oltre al nuovo inquilino della Casa Bianca, gli elettori americani sono chiamati a scegliere i nuovi rappresentanti della Camera (elezioni ogni due anni) e un terzo di quelli del Senato (mandato di 6 anni). In palio ci sono inoltre 11 poltrone da governatore, migliaia di cariche statali e locali, e quasi 150 referendum: i cittadini saranno chiamati a esprimersi sull’aborto in 10 Stati, in particolare in quelli in bilico
di Arizona e Nevada, in 4 sulla legalizzazione della marijuana e in Arizona per approvare misure più stringenti sull’immigrazione.
HARRIS SUI SOCIAL: GRAZIE GEN Z, LA VOSTRA VOCE CONTA
Questa è la mia prima elezione presidenziale”; “Sono uno Gen Z dalla Georgia e voto per la prima volta”; “Sono per la prima volta una elettrice”; “Che emozione votare per lei”: iniziano così alcuni video messaggi indirizzati a Kamala Harris da elettori statunitensi della “generazione Zeta”, ossia giovani nati tra la fine degli anni Novanta ed entro il 2010: molti di loro quindi, dopo l’ultima elezione del 2020, hanno compiuto 18 anni e così alle urne hanno potuto dire la loro sul futuro inquilino della Casa Bianca.
Harris, vicepresidente uscente e candidata democratica che sfida l’ex presidente repubblicano Donald Trump, sfrutta sul suo profilo X i video messaggi di alcuni di loro che plaudono al programma elettorale: dal piano economico a cure mediche più accessibili per le donne, “c’è così tanto in gioco”, dice un ragazzo afroamericano. “Amo la Gen Z”, dice sorridente Harris, “grazie a tutti per aver votato. Conoscete il potere di far sentire la vostra voce attraverso il voto, e per coloro che non hanno ancora votato, credetemi, vi piacerà”. L’attuale vicepresidente ribadisce: “Questo è il vostro Paese e il vostro futuro e avete il diritto di contare, quindi andate a votare”.
SONDAGGIO: CHI VOTA HARRIS PIÙ FIDUCIOSO SU REGOLARITÀ VOTO
I sostenitori di Kamala Harris sono più fiduciosi di quelli di Donald Trump sul fatto che le elezioni saranno regolari: lo rivela un sondaggio dell’emittente americana Cnn. Secondo la rilevazione, condotta all’uscita dai seggi, in nove casi su dieci chi ha detto di aver scelto la candidata democratica crede che tutto andrà per il meglio. Fiducioso nell’andamento regolare del voto e dello spoglio invece solo un elettore pro-Trump su due.
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