ROMA – Oltre un quarto del territorio libanese è interessato da ordini di evacuazione da parte di Israele: lo ha fatto sapere Rema Jamous Imseis, direttrice per il Medio Oriente dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), parlando con i giornalisti stamani nella sede Onu di Ginevra. A far crescere drammaticamente la percentuale è l’ultima serie di ordinanze, che hanno raggiunto altri 20 villaggi nel sud. “Le famiglie seguono questi ordini- ha detto Jamous Ismeis- e così scappano praticamente senza niente”.
Il conflitto tra Israele e l’ala militare dell’organizzazione Hezbollah è iniziato dopo l’aggressione del gruppo palestinese Hamas in Israele e il lancio di un’operazione su larga scala contro la Striscia di Gaza da parte di Tel Aviv, ancora in corso. A settembre, Israele ha intensificato l’offensiva contro i combattenti libanesi, causando la maggior parte dei 2.309 morti che si contano da un anno, e oltre 1,2 milioni di sfollati. Negli scontri e negli scambi di missili hanno perso la vita anche 50 israeliani tra soldati e civili.
Il conflitto in Libano fa temere un coinvolgimento diretto dell’Iran, alleato di Hezbollah. Israele ha già ucciso diverse figure di spicco di ambo le parti e, dopo l’assassinio in un bombardamento del segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah, il primo ottobre Teheran ha risposto lanciando circa 300 missili contro obiettivi militari in Israele. Tel Aviv pertanto sta da allora ragionando a una rappresaglia che potrebbe riguardare centrali nucleari e impianti petroliferi; uno scenario, questo, che si scontrerebbe con il disaccordo della Casa Bianca.
Il Washington Post tuttavia ha riferito che il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe rassicurato gli alleati, garantendo che si limiterà a colpire solo “obiettivi miltiari”. Il capo del governo avrebbe chiarito: “Ascoltiamo le opinioni degli Stati Uniti, ma la decisione finale spetta a noi, e agiremo nel nostro interesse nazionale”. In seguito agli attacchi contro Unifil, la missione di interposizione delle Nazioni Unite presente nel sud del Libano dalla fine degli anni Settanta, i governi di Italia, Germania, Francia e Regno Unito hanno chiesto a Israele di astenersi dal colpirla ancora. Tel Aviv, al contrario, continua a intimare ai caschi blu di lasciare le loro basi. Stamani, la premier Giorgia Meloni ha annunciato l’intenzione di recarsi in Libano, mentre il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani andrà in Israele e nei Territori palestinesi.
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