Dodici grandi sculture in resina di dimensione umana, realizzate dall’artista iperrealista Carole A. Feuerman, raffiguranti delle bagnanti, hanno popolato il chiostro cinquecentesco della chiesa di Santa Caterina a Formiello, sede della fondazione Made In Cloister.
Infatti, il 13 maggi ha aperto la pubblico la mostra “Crossing the sea”, all’interno di un progetto espositivo curato da Demetrio Paparoni e realizzato in collaborazione con il Gruppo di gallerie d’arte Bel-Air Fine Art.
La Feuerman è stata una delle prime scultrici iperrealiste, e tra i massimi esponenti di questa corrente artistica apparsa negli anni settanta in America, e in mostra vengono portate una selezione di opere che l’artista ha realizzato nel corso della sua carriera e che sviluppano alcuni dei principali temi ed ispirazioni del suo lavoro.
Uno di questi temi è quello dei grandi movimenti migratori che dagli anni ’70 in poi hanno interessato la popolazione cubana che fuggiva verso gli Stati Uniti.
I cubani che, in fuga dal loro Paese, sbarcavano sulle coste della Florida percorrendo il tratto di mare di circa 100 miglia su zattere improvvisate e copertoni di autocarri, sono stati negli anni ottanta, una fonte di ispirazione importante per la Feuerman che nelle sue opere trasforma i copertoni di auto in salvagenti per bagnanti e tuffatori.
Queste immagini scioccanti la portarono a raccontare un’altra storia legata al mare, in cui la malinconia non è più sottintesa alle maschere delle nuotatrici, ma viene chiaramente espressa come in una delle sue sculture più iconiche EN 2 0278: una camera d’aria dalle quali sporgono delle mani di donna, mentre dal vuoto la mano di un uomo si aggrappa a queste in cerca d’aiuto.
Nel suo testo critico, Demetrio Paparoni, spiega che: «Quel che la Feuerman ci mostra nelle sue sculture – e che la rende diversa dagli iperrealisti – non è una fotografia della realtà, ma il riflesso di una sensazione che si è formata nella sua mente osservando i bagnanti sulle spiagge di Long Island e di Key West.
L’esposizione da Made in Cloister, a Napoli, comprende anche Innertube, opera realizzata nel 1984, in cui su una camera d’aria nera, diversa da quelle coloratissime che generalmente sostengono le bagnanti di Feuerman, si appoggia una ragazza con una cuffia bianca.
La camera d’aria nera, di quelle che si recuperavano dai copertoni delle automobili, rende l’immagine ambigua e porta a chiedersi se si tratti di una bagnante che si gode la sua giornata al mare o di una profuga stremata che sta lottando per la sua vita.
Danno una risposta a questa domanda le fotografie di migranti cubani, che approdano a Key West, incluse in mostra». Infatti in esposizione sono presenti anche disegni e foto fatti dalla stessa artista e che appunto raffigurano imbarcazioni o sbarchi.
I corpi eleganti e pop, interi o a mezzo busto, si posizionano tra colonne e travi ed emergono dalle mura del chiostro, rimandano all’istante ma allo stesso tempo, all’eternità del attimo. Solo donne, nuotatrici o atlete, immortalate sognanti o addormentate, meditanti e appagate, senza alcuna tensione nel volto o nel fisico.
Il suo iperrealismo, come spiega Paparoni, prende le distanze dagli artisti pop e minimalisti della generazione precedente, che eliminavano ogni componente sentimentale in ragione di un’arte che riproduceva freddamente i più piccoli dettagli del reale. Essi, infatti, l’accusavano di un eccessivo sentimentalismo e utilizzo delle emozioni.
Ma Carol non è neanche una iperrealista a tutto tondo, poiché il fulcro della sua ricerca artistica sta nel cogliere una sensazione di incanto e purezza. Le gocce d’acqua che riflettono la luce sui corpi di resina rappresentano qualcosa di futuro che sta per accadere di lì a poco creando un’atmosfera sospesa, di attesa.
Artista del reale e osservatrice di emozioni, attraverso le sue sculture rievoca sensazioni che si evolvono gradualmente. Partendo da ricordi ed emozioni felici legati al mare fino a riscoprire, sotto l’apparente bellezza e tranquillità, un profondo significato di eroismo, trionfo e liberazione.
«Voglio che la mia arte ispiri lo spettatore a guardare da vicino ciò che ha davanti – dichiara Carole A. Feuerman – Non è l’attimo fuggente che voglio catturare, ma il sentimento universale che si coglie in quell’attimo fuggente. Voglio che lo spettatore completi la storia guardando la mia scultura, che rifletta e si emozioni.
Per tutta la vita, fare arte è stata la mia passione. Con l’esperienza della vita e dell’arte, le forme che il mio lavoro ha assunto si sono approfondite ed evolute. Ho iniziato la mia carriera negli anni Settanta.
Insieme a Duane Hanson e John de Andrea, sono stata una dei tre fondatori dell’Iperrealismo. Dal 1958 mi sono concentrata su nuotatori e figure con elementi acquatici.
Attraverso le mie sculture esploro la classicità e la bellezza, temi che sono stati tabù nell’arte contemporanea. C’è una convinzione condizionata, ma inesatta, che l’arte radicale “buona” debba rifiutare qualcosa che sia attraente e piacevole alla vista.
Io non rifiuto il concetto di bellezza, ma lo abbraccio. La vedo, la creo e la ritraggo con le mie nuotatrici, che mostrano emozione, gioia, grazia, tranquillità e sensualità. Non sono solo nuotatori, ma raccontano le mie storie. Sono amanti della pace e talvolta del piacere. Sono soddisfatti della vita e soprattutto sono dei sopravvissuti».
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 16 settembre 2023.
Adriana Talia