Analizzati aspetti clinici e psicologici
Roma, 21 ott. – L’Alopecia Areata è una malattia autoimmune che secondo alcune stime riguarda il 2% della popolazione, 147 milioni di persone nel mondo. La patologia colpisce i follicoli piliferi determinando la comparsa di chiazze di forma rotondeggiante, asintomatiche, a livello del cuoio capelluto. Di questo si è parlato in un corso innovativo, con sette crediti Ecm, organizzato a Roma, con il supporto tecnico di Dynamicom Education e il supporto non condizionante di Eli Lilly S.p.A., Laboratoires Dermatologique Ducray e A Testa Alta. I partecipanti sono stati aggiornati sulle terapie recentemente introdotte e sulla loro migliore gestione con riferimenti alle più aggiornate evidenze scientifiche: “Il corso -ha affermato il professor Alfredo Rossi, presidente del corso e associato presso la Clinica dermatologica dell’Università Sapienza- ha analizzato a fondo le opzioni terapeutiche disponibili e quindi le nuove opzioni legate all’impiego di Jak inhibitors che hanno modificato e migliorato l’approccio terapeutico delle forme più estese”. “L’Alopecia Areata -ha spiegato il professor Caldarola, della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Policlinico Gemelli- ha rappresentato per molti anni una patologia a cui non era possibile fornire un farmaco specifico, in quanto a seconda dei diversi coinvolgimenti della patologia si potevano usare solo crema e cortisonici topici, mentre i classici immunosoppressori sistemici risultavano off label e spesso non efficaci. In questo momento, grazie a nuove ricerche in ambito farmacologico, una nuova terapia efficace e sicura può esser offerta ai nostri pazienti”. Durante il corso è stato possibile condividere la propria esperienza e collaborare direttamente con le associazioni di pazienti, in modo da individuare le strategie per migliorare la qualità delle cure offerte. I pazienti, dall’altro canto, hanno avuto l’opportunità di esprimere, in un’apposita sezione, le loro necessità attraverso delle sessioni guidate dall’Associazione Italiana Pazienti Alopecia and Friends (AIPAF), permettendo così una visione più completa delle sfide e delle esigenze affrontate quotidianamente. “Sono stati infine analizzati -ha concluso il professor Rossi- gli aspetti psicologici che questa patologia comporta. La perdita dei capelli, a causa dell’Alopecia, può avere un impatto profondo sull’immagine di sé e sulla percezione di sé stessi. Questo fenomeno può generare emozioni intense come vergogna, imbarazzo, tristezza, rabbia e depressione. Affrontare l’Alopecia significa insomma confrontarsi con una serie di difficoltà che vanno oltre la mera percezione fisica, influenzando l’autostima, le relazioni interpersonali e la qualità della vita. Aspetti che noi medici abbiamo il dovere di tenere nella giusta considerazione. Per questo abbiamo deciso di confrontarci anche su questo delicato tema che interessa migliaia e migliaia di persone con le loro rispettive famiglie”.