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L’addio di Luciano Spalletti, citando De André

Primo PianoL’addio di Luciano Spalletti, citando De André

Nella serata del 28 maggio del 2023, poco dopo il frizzante pareggio del Napoli a Bologna per 2-2, si sono separate ufficialmente le strade di Luciano Spalletti e del Napoli. Infatti, Aurelio De Laurentiis rivela a Fabio Fazio, nell’ultima puntata della trasmissione “Che tempo che fa”, le parole del tecnico di Certaldo. “Quando una persona viene da te e ti dice che anche se ha un contratto in essere preferirebbe avere un anno sabbatico che fai? Ti opponi?”, esordisce spumeggiante e retorico di De Laurentiis. “Nella vita devi essere sempre generoso. Bisogna dare senza aspettarsi nulla, lui ha dato e lo ringrazio. È un uomo libero, giusto lasciarlo andare”. Aurelio, dunque, sancisce la fine dell’idillio d’amore con l’allenatore toscano, complimentandosi vivacemente per la stagione straordinaria.

Questa estate avevo chiuso il rapporto con molti giocatori importanti che secondo me avevano finito il loro ciclo”, ha ricordato il presidente azzurro. “I giornalisti provocatori mi chiedevano cosa pensavamo di fare e io dissi loro che pensavo di poter vincere lo scudetto.

Tutti mi guardarono sgomenti, compreso Spalletti che ancora non poteva sapere chi avevano comprato. Ma gli allenatori si dividono tra quelli che vogliono fare il mercato e quelli che allenano, Spalletti è una persona straordinaria e uno che allena. Noi gli abbiamo dato un materiale importante che lui ha valorizzato.

Tutti rassegnati, non ci sarà il miracolo dell’ultimo secondo, finisce così l’incredibile viaggio di Spalletti alla guida della compagine partenopea. Un addio repentino, fulmineo, impulsivo a tratti, che, pur non essendo triste lascia sulla bocca dei supporters azzurri, oltre che il sapore della vittoria, quello della nostalgia. Una separazione tipicamente “Spallettiana”, specialmente nelle dichiarazioni omertose delle ultime settimane, sia di ADL che di Spallettone. Luciano è avvezzo a relazioni, e in particolar modo conclusioni, complicate con le presidenze dei suoi club, si pensi alla doppia esperienza romana e a quella meneghina. D’altronde, con un temperamento così, come fare altrimenti.

Il cantautore genovese De André, nel suo meraviglioso brano Giugno ’73, cantava “Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati”, ed è forse questa l’unica chiave di lettura possibile per i cuori infranti dei tifosi del Napoli. Ridere dinnanzi alla fine della storia con l’uomo che gli ha regalato il sogno più puro e bramato, l’agognato terzo tricolore, ricordando con affetto, senza rancore, l’immensa gioia vissuta, e scacciando via dalla mente tutto quello che sarebbe potuto essere, affinché tutto non si trasformi in un rimpianto, in un macigno sul cuore.

In conclusione, il rapporto tra Luciano e il Napoli si chiude all’apice della sua forza, con il primo e stordente “bacio”; un finale struggente, felice e triste allo stesso tempo, come solo Spalletti e Napoli possono regalare.

“Così fu quell’amore dal mancato finale, così splendido e vero da potervi ingannare”.

Grazie Luciano.

Ciro Cuccurullo

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