Riflessioni che partono della tavola rotonda degli Hilti Talks
Milano, 12 nov. (askanews) – Rendere migliore il settore delle costruzioni: è questo uno degli obiettivi che Hilti, azienda che opera nell’edilizia, si è posta nell’organizzare le tavole rotonde degli Hilti Talks. Al Centro Svizzero di Milano diversi protagonisti di questo mondo si sono incontrati per ragionare sulla sicurezza dei cantieri, ma non solo. “Hilti – ha spiegato ad askanews Alessandro Savino, amministratore delegato di Hilti Italia e per il Sud Europa – contribuisce, sia nella fase di progettazione sia nella fase di esecuzione, attraverso sistemi e tecnologie, affinché la sicurezza, che per noi è un valore non negoziabile, non è dettato dal quadro normativo, venga mantenuta per le persone che lavorano nella costruzione in esecuzione ma poi soprattutto per le persone che vivono e riempiono gli spazi che Hilti contribuisce a costruire”.Sicurezza è oggi una delle parole più usate, in ogni ambito della società. Ma quando si parla di cantieri enormi, come per esempio quelli navali, è chiaro che la declinazione del termine deve necessariamente avere anche ricadute pratiche.”Noi – ci ha detto Francesco Micheletti, Procurement Vice President di Fincantieri – l’impegno lo mettiamo sia nelle tecnologie, nella formazione, nel presidio costante. Questo lo proponiamo ai nostri fornitori, alle nostre persone in maniera continua durante l’anno e in maniera monitorata nel tempo con una serie di KPI e di reportistica che spingiamo a tutti le aziende del nostro indotto e ai nostri dipendenti. Questo ci sta dando dei feedback importanti di riduzione e di tenuta sotto controllo del tema della sicurezza. Purtroppo a volte il senso d’urgenza tende a prevalere. È proprio lì che bisogna mettere il presidio massimo e lo devi fare con la cultura”. Cultura intesa in senso ampio, come formazione, ma anche come approccio all’ecosistema complessivo che ruota intorno al mondo dell’edilizia. Ma negli Hilti Talks il ragionamento ha riguardato anche altri tipi di sicurezze che devono essere garantite al tempo del digitale. “La sicurezza del dato che noi conserviamo all’interno di un data center – ci ha detto Sacha Busetti, Head of Hyperscale DataCenter e CTO di DBA Group – dipende da mille fattori. C’è la sicurezza contro l’attacco terroristico, c’è la sicurezza contro la banale effrazione e c’è la sicurezza contro tutti gli eventi atmosferici e più generalmente naturali che dobbiamo affrontare. Quindi il sisma, piogge, eventi atmosferici particolarmente avversi: ecco tutto quell’ecosistema va gestito per garantire la massima sicurezza delle nostre infrastrutture critiche”.Dal confronto tra i vari attori è emersa la necessità di lavorare il più possibile per prevenire i rischi e dare al settore delle costruzioni, ma non solo, una fisionomia che sia, fin dall’inizio improntata alla sicurezza. “È importante lavorare a monte nella progettazione e ridurre così i rischi in cantiere di chi si trova a eseguire le opere – ha concluso Alessandro Savino -. Noi con le nostre soluzioni siamo a disposizione dei nostri partner per dare il miglior supporto possibile”.Progettazione, insomma, a più livelli, non solo ingegneristici o architettonici, ma anche di consapevolezza e protezione.