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La reporter albanese: “L’accordo sui migranti favorisce il nostro Paese ma attenzione ai diritti umani”

MondoLa reporter albanese: “L’accordo sui migranti favorisce il nostro Paese ma attenzione ai diritti umani”

ROMA – “Il Protocollo tra Italia e Albania ha destato troppo scalpore, piuttosto che una valutazione su cosa significa. La presenza di un centro di accoglienza e l’attivazione di procedure per elaborare le richieste d’asilo alleggeriscono da un lato lo Stato italiano e avvantaggiano dall’altro quello albanese, perché questo accordo non è stato fatto unilateralmente. Penso che sia infatti un vantaggio per entrambi. Ma bisogna fare attenzione al rispetto dei diritti umani”.

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È di questo parere Olimbi Velaj, giornalista e poetessa albanese con pubblicazioni anche in Italia, intervistata dall’agenzia Dire. Il tema è la partenza della prima nave italiana diretta in Albania con a bordo persone migranti, che attiva così il Protocollo siglato dai primi ministri dei due Paesi, Giorgia Meloni ed Edi Rama, per trasferire le persone arrivate in Italia tramite canali irregolari.

Nel centro d’accoglienza di Schengjin, costruito dalle autorità italiane, verranno smistate, con procedure di urgenza, le richieste di asilo. Se accolte, la persona verrà portata in Italia, altrimenti sarà trasferita nel Centro per il rimpatrio nel nord del Paese, in attesa del volo.

“In questi centri- prosegue Velaj- non verrà gestito un gran numero di migranti, ma lo trovo un modo per restituire allo Stato italiano tutto l’aiuto e l’attenzione che ci ha dedicato dopo gli anni Novanta, ovvero dopo l’uscita del Paese dal regime d’isolamento internazionale”, con la caduta del presidente Enver Hoxha e la fine del governo comunista.

“Indica solidarietà tra i nostri Paesi” evidenzia ancora l’intellettuale, “a cui si aggiunge anche per l’Albania la possibilità di accogliere migranti”.

L’ALBANIA E L’UE

L’Albania, in lista d’attesa per entrare nell’Unione europea, è stato Paese d’origine per migranti arrivati in Italia in cerca di futuro: resta famosa la fotografia della Vlora, nave mercantile attraccata nel porto di Bari nel 1991 strabordante di persone.

L’accoglienza non fu sempre felice per chi scelse di fuggire dall’Albania post-comunista in preda alla crisi economica: “Sicuramente, le cose non sono andate sempre bene”, dice Velaj, ma “ognuno ha i suoi ricordi, noi come popolo, voi come italiani” dice la poetessa. “Ma il centro d’accoglienza di oggi è un’altra cosa: l’Albania era eccezionalmente isolata, non si può paragonare neanche alla situazione dall’ex blocco sovietico.

La povertà, l’isolamento, l’essere quasi su un’isola, rappresentavano una situazione del tutto diversa dall’emigrazione odierna. Questa dipende da vari fattori, come il clima, ma non è un fenomeno paragonabile a quella degli albanesi degli anni Novanta, di dimensioni bibliche”.

LA CITTADINANZA

Il tema delle migrazioni porta con sé quello della cittadinanza ai bambini arrivati da piccoli con le famiglie, oppure nati in Italia. Di recente è stato raggiunto il quorum per attuare un referendum popolare che agevola le procedure per la cittadinanza, promossa dai movimenti delle nuove generazioni: “Penso sia una cosa molto positiva” commenta ancora la giornalista. “Aiuterà molto i giovani nella loro vita e nel percorso di carriera, favorendo l’integrazione sociale”.

Infine, in un’intervista realizzata con il supporto dell’interprete Fetjola Turmetaj, un cenno ai progetti di cooperazione allo sviluppo in Albania, su cui l’Italia dal 1991 ha investito 240 milioni di euro. “Sono giornalista da 30 anni- dice Velaj- e ricordo spesso l’aiuto di ong italiane o dell’ambasciata: posso confermare un’attenzione da parte del vostro Paese sia nei confronti dello sviluppo professionale delle donne sia di quello culturale. Ad esempio, grazie all’Istituto italiano di cultura ho visto cose concrete prendere vita, con un impatto sulla vita delle donne”.

In Albania, come un po’ in tutto il mondo, secondo Velaj, “la sfida principale per loro e il divario salariale rispetto ai colleghi uomini, a partire dalla sottoscritta”. La reporter continua: “Quella di genere è sempre trattata come questione di serie B. Tuttavia, l’Albania è, tra i Balcani, il Paese con più donne al governo, ma non basta devono avere ruoli a tutti i livelli, e devono prevalere equità e pari opportunità”.

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