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La Francia è pronta a tenere conto dell’immunità di Netanyahu

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ROMA – La Francia terrà conto “dell’immunità” diplomatica di cui godrebbe il primo ministro Benjamin Netanyahu, fatto che lo metterebbe al riparo dal mandato di cattura spiccato nei giorni scorsi dalla Corte penale internazionale (Cpi): lo ha annunciato a Parigi il ministero degli Affari esteri. Stando ai media francesi, il Quai d’Orsay in una nota ha continuato spiegando che l’immunità, secondo il diritto internazionale, “deve essere presa in considerazione” in ragione del fatto che Israele non ha siglato il Trattato di Roma e pertanto non è membro della Corte con sede all’Aia. Non è stato però chiarito se il mandato d’arresto sarà eseguito, nel caso in cui Netanyahu dovesse varcare le frontiere francesi.

A maggio la Francia ha annunciato il proprio sostegno all’iniziativa del procuratore capo della Cpi, Karim Khan, quando questi ha chiesto ai giudici della Corte di spiccare il mandato di cattura contro il premier israeliano per presunti crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023. In quei giorni, le forze israeliane entravano a Rafah, ultima città meridionale della Striscia, al confine con l’Egitto, dove si era concentrato oltre l’85% della popolazione in fuga dai bombardamenti.Quando la camera preliminare della Corte ha poi confermato il mandato – una misura che ha colpito anche l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e Mohammed Deif, comandante dell’ala militare di Hamas, le Brigate Al-Qassam – Parigi ha frenato, seguendo la linea di Germania e Italia. Gli Stati Uniti – che non sono membro della Cpi – hanno definita la decisione della Corte “oltraggiosa”. Due giorni fa, Rmc Radio, citando fonti informate, ha riferito di una telefonata tra il presidente Emmanuel Macron e Netanyahu, in cui quest’ultimo, esprimendo “rabbia” per il mandato d’arresto, avrebbe esortato Parigi a bloccare l’applicabilità della sentenza.

Ieri, nella dichiarazione finale del G7 Esteri che si è tenuto a Fiuggi, le sette potenze d’Occidente non hanno trovato una posizione comune: senza citare esplicitamente il riferimento alla sentenza, si sono limitati a ribadire il loro impegno a rispettare gli obblighi internazionali, evidenziando però che non dovrebbe esserci “equiparazione” tra Hamas e uno Stato.

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