FIRENZE – Diverse centinaia di persone hanno tenuto nel pomeriggio un presidio in piazza Vittorio Veneto in occasione dello sciopero generale provinciale indetto per le ultime 4 ore di turno da Cgil, Cisl, Uil contro le morti sul lavoro.
L’atto di mobilitazione, in risposta al grave incidente occorso al deposito Eni di Calenzano, dove 5 lavoratori hanno perso la vita durante l’esplosione a una pensilina di ricarica, è stato scandito da un momento di raccoglimento in ricordo delle vittime ma anche da un messaggio univoco.
Dalla piazza è tornata così a levarsi la richiesta di porre fine alle morti sul lavoro. Un obiettivo condiviso da lavoratori, sindacati e dai numerosi amministratori locali giunti a Calenzano.
CGIL: VANNO CONVOCATI GRANDI PLAYER PRIVATI
A sintetizzare lo spirito della manifestazione è stato il segretario generale di Cgil Firenze, Bernardo Marasco: “Non accettiamo che dei nostri ‘fratelli’ siano morti sul lavoro- ha dichiarato, parlando sugli scalini del municipio- il lavoro non può restare muto, quello che non può succedere è che la rassegnazione prenda il posto della parola. Il lavoro non sta zitto, questa piazza non sta zitta, questa piazza sta dicendo a tutti basta con un lavoro che mortifica la dignità delle persone. Non è accettabile che il profitto venga prima della possibilità di esprimere la dignità che la Costituzione riconosce al lavoro”.
D’altra parte, ha fatto notare Marasco, “la sicurezza si costruisce momento per momento, giorno per giorno sui posti di lavoro non solamente quando c’è la ribalta mediatica di una tragedia. L’attenzione per la sicurezza spesso si esaurisce quando si spegne la luce di una telecamera, invece non servono interventi spot, ma un lavoro quotidiano, un impegno sul campo. Lo stesso impegno lo chiediamo ai legislatori”.
IL SINDACO DI CALENZANO ANNUNCIA RACCOLTA FONDI PER LE FAMIGLIE DELLE VITTIME
Intanto i sindacati e le istituzioni si stringono ai familiari delle vittime. Il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, ha annunciato l’attivazione di un conto corrente per la raccolta fondi in favore dei familiari delle vittime.
Mentre il governatore della Toscana, Eugenio Giani, che ha proclamato per oggi una giornata di lutto regionale, a propria volta ha promesso: “Dobbiamo mettere tutti un impegno maggiore, io per primo, perché quello che è avvenuto non accada più in questo Paese”.
CISL: È STRAGE NON FATALITÀ, REGOLE APPALTI VANNO RISPETTATE
“È l’ennesima strage, arrivata a soli 10 mesi di distanza da via Mariti. Non possiamo parlare come molti dicono di fatalità, di casualità. C’è un problema sicurezza che va prontamente affrontato sul nostro territorio, quando succede un incidente mortale di questa entità qualcosa non ha funzionato. Non ha funzionato qualcosa nella procedura di sicurezza, c’è un mancato investimento delle strutture all’interno di uno stabilimento, c’è una mancanza di formazione, sono mancati i controlli ispettivi”.
A sostenerlo, parlando coi giornalisti a margine della manifestazione, è il segretario generale di Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi. Il presidio indetto dopo la tragedia al deposito Eni- e in concomitanza con lo sciopero generale provinciale- è un motivo di riflessione che secondo Cisl deve portare a porre al centro dell’agenda il tema della sicurezza sul lavoro. D’altra parte, Franchi riconosce la fondatezza dell’argomento sollevato dal segretario di Cgil Firenze, Bernardo Marasco, sul coinvolgimento di grandi realtà negli incidenti mortali.
“È un altro elemento che salta agli occhi, Esselunga ed Eni sono due aziende leader dei loro settori- rimarca il leader di Cisl- in questo caso si inserisce dunque tutto il meccanismo degli appalti e dei sub-appalti, quando la casa madre appalta ad altri piccoli imprenditori la filiera del controllo può venire meno. Non vogliamo dare la colpa a chi quel giorno forse era a fare manutenzione nello stabilimento o forse a un errore umano, chiediamo semplicemente che siano rispettate le regole anche degli appalti. Se si carica un’autobotte non può esserci manutenzione in corso nei paraggi, perché questo naturalmente pone dei rischi”.
UIL: A FIRENZE 12 MORTI NEL 2024, CI SONO VIOLAZIONI CHIARE
Il segretario generale di Uil Toscana, Paolo Fantappiè: “A Firenze sono successe due tragedie nell’arco di dieci mesi, su quattro grandi tragedie sul lavoro a livello nazionale due sono piovute sulla nostra provincia. Fino ad oggi 12 persone hanno perso la vita nel 2024 sulla sola provincia di Firenze, 43 in tutta la Toscana. Come si può arginare questo fenomeno? Con più controlli, serve assumere ispettori e fare ispezioni in tutte le aziende e attività produttive perché chiaramente si sta violando la normativa sulla sicurezza, ci sono violazioni chiare”.
L’incendio alla pensilina di ricarica delle autobotti è la seconda grande tragedia avvenuta nel territorio metropolitano dopo quella dello scorso febbraio al cantiere di Esselunga, in via Mariti a Firenze. “Servono controlli- aggiunge il sindacalista- ma anche fare molta più formazione a partire dalle scuole e poi dobbiamo lavorare sulla parte repressiva, perché non è possibile che non paghi nessuno. Succede che persone perdano la vita, si infortunino e il datore di lavoro o comunque chi è responsabile non paga”.
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