Nel 2023 si attesta a 1,8% con calo dello 0,5% sul 2022
Roma, 10 dic. (askanews) – Anche nel 2023 l’Italia è best practice in Europa per quanto riguarda il consumo illecito di sigarette: nel 2023 la percentuale di consumo illecito si attesta all’1,8%, in ulteriore contrazione (-0,5%) rispetto all’anno precedente. Ma la perdita erariale ammonta comunque a circa 219 milioni di euro e sottolinea l’esigenza di assicurare un presidio costante del fenomeno. Nel resto d’Europa, invece, il fenomeno è in aumento.
E’ quanto emerso dal convegno “Un brutto vizio: il commercio illecito nel settore dei tabacchi” svoltosi oggi a Roma presso la sede nazionale di Coldiretti, a Palazzo Rospigliosi. L’evento è stato promosso nell’ambito del Tavolo M.A.C.I.S.T.E. (Monitoraggio Agromafie Contrasto Illecito Settori Tabacchi ed E-cig) dalla Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema alimentare, in collaborazione con Philip Morris Italia.
L’incontro ha rappresentato un’occasione per gli esperti nazionali del settore di analizzare e discutere le ultime evidenze relative al fenomeno, insieme alle misure di contrasto adottate dagli attori coinvolti.
Al centro del dibattito gli ultimi dati del Rapporto KPMG sul consumo illecito di sigarette in Europa, commissionato da Philip Morris Product SA, che hanno evidenziato come in un quadro europeo di sostanziale peggioramento del fenomeno illecito, con 35,2 miliardi di sigarette illecite consumate (8,3% del consumo totale) e 11,6 miliardi di euro di mancante entrate fiscali, l’Italia si confermi anche nel 2023 una best practice nel contrasto al fenomeno.
La percentuale di consumo illecito è infatti ulteriormente diminuita, arrivando all’1,8% del totale (-0,5% vs 2022), per quanto la perdita stimata di entrate fiscali ammonti alla cifra considerevole di circa 219 milioni di euro. Impressionante il confronto con alcuni Paesi come la Francia, dove il consumo illecito di sigarette nel 2023 si è attestato alla percentuale record del 33%, caratterizzati da approcci regolatori e fiscali particolarmente restrittivi.
E visto che combattere il commercio illecito di tabacco significa tutelare consumatori e lavoratori di una filiera agricola tutta italiana, la filiera integrata riconducibile all’accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris Italia rappresenta oggi la punta più avanzata del settore tabacchicolo italiano. “La filiera integrata del tabacco Coldiretti-Philip Morris rappresenta circa il 50% del tabacco italiano e si caratterizza per un contesto fortemente orientato all’innovazione, alla sostenibilità e alla digitalizzazione – ha dichiarato Gennarino Masiello, presidente Organizzazione Nazionale Tabacco Italia – Per queste ragioni iniziative come quella di M.A.C.I.S.T.E. vanno sostenute con forza non solo a livello nazionale. Buone pratiche di questo tipo vanno esportate anche a livello europeo, al fine di avere un contesto omogeneo comunitario per il settore fatto di regole, controlli e sanzioni”.