(Adnkronos) – Usa si mantengono cauti sull’accordo per il cessate il fuoco in Libano tra Israele ed Hezbollah. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller durante un briefing parla di “progressi significativi verso una risoluzione, ma non abbiamo ancora finito, nulla è definitivo finché tutto non è definitivo”.
Miller ha preso atto dell’ottimismo espresso da altri esponenti della Casa Bianca, ma ha scelto di mantenere un filo di cautela. “Siamo fiduciosi di poter raggiungere un accordo, ma abbiamo bisogno che entrambe le parti arrivino al sì – ha detto – Questo è stato un processo incredibilmente frustrante. Ci sono state molte volte in cui abbiamo pensato che saremmo arrivati al sì sia in Libano che a Gaza e per varie ragioni le parti non ci sono arrivate”.
Secondo quanto riporta il sito online del quotidiano Asharq Al-Awsat citando fonti ben informate, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente francese Emmanuel Macron “annunceranno domani mattina la cessazione delle ostilità per un periodo di 60 giorni”. “L’atteso accordo per cessazione delle ostilità tra Hezbollah e Israele si basa -secondo il quotidiano di proprietà saudita- sull’evacuazione da parte del gruppo sciita filoiraniano dell’area compresa tra la Linea Blu e il fiume Litani in modo verificabile, in cambio del ritiro delle forze israeliane dalle aree occupate dall’inizio della limitata invasione terrestre del territorio libanese”.
Secondo quanto ha dichiarato una fonte del governo israeliano al Times of Israel, il premier Benjamin Netanyahu avrebbe accettato la versione finale del cessate il fuoco con Hezbollah, sottolineando che la libertà di azione di Israele in Libano sarà garantita da una lettera firmata con gli Stati Uniti. “Agiremo”, promette la fonte, sottolineando che si accetta un cessate il fuoco, non la fine della guerra. “Non sappiamo quanto durerà, potrebbe essere un mese, o un anno”, poi precisa.
Netanyahu ha deciso che Israele non aveva altra scelta che accettare un cessate il fuoco per paura che l’amministrazione Biden potesse ‘punirlo’ con una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, anche se gli Stati Uniti non hanno dato alcuna indicazione di volerlo fare. La fonte sostiene infine che la tregua contribuirà a porre fine alla guerra a Gaza. “Hamas voleva il sostegno di Hezbollah e di altri. Una volta tagliato il collegamento, si ha la possibilità di raggiungere un accordo”. “È un risultato strategico – ha dichiarato – ora Hamas è solo”.
“La decisione di fermare la guerra” tra Israele e Hezbollah in Libano “è stata finalmente approvata e l’attuazione dovrebbe essere annunciata molto presto” probabilmente anche “entro poche ore”, aveva riferito in precedenza il sito di notizie libanese Al-Nashra.
Il sito, vicino al blocco della “resistenza” libanese contro lo Stato ebraico, riporta da una fonte diplomatica occidentale che “tutti gli ostacoli sono stati rimossi e che non c’è più alcuna giustificazione per ritardare l’annuncio della cessazione della ostilità, tranne procedure formali che riguardano agli israeliani.
Siamo sulla “linea del traguardo” per l’accordo di tregua tra Israele e Libano, ha detto una fonte dell’amministrazione americana citata dal giornalista di Axio Barak Ravid a proposito dell’accordo sul cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele nel sud del Libano. “Non l’abbiamo ancora superata perché domani il governo israeliano dovrà approvare l’accordo e qualcosa può sempre andare storto”.
I media israeliani sostengono che il gabinetto di sicurezza si riunirà domani per approvare il testo dell’accordo. Channel 12 riferisce che l’intesa sia stata finalizzata nelle scorse ore e che dovrebbe succedere “qualcosa di drastico” per far naufragare l’accordo. Lo stesso portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha confermato che l’accordo è “vicino”, ma “non ci siamo ancora”. Insomma tutti i segnali puntano in un’unica direzione.
Il ministero della Sanità di Beirut ha riferito che è di 12 morti il bilancio di raid israeliani su Tiro nel sud del Libano. Negli attacchi sono rimaste ferite altre otto persone. In due distinti comunicati, il ministero della Sanità libanese ha riferito di “sei morti” e quattro feriti in un raid su una strada nei pressi di Tiro, mentre in un’altra operazione sulla località di Maaraka si contano “sei morti e quattro feriti”.
La guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha affermato oggi che per i leader israeliani dovrebbero essere emesse condanne a morte, non mandati di arresto, dopo che la Corte penale internazionale la scorsa settimana ha emesso mandati di arresto per il primo ministro Benjamin Netanyahu e per l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant in relazione alla guerra a Gaza.
In dichiarazioni rilasciate alla forza paramilitare Basij, una divisione all’interno del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e riportati dall’agenzia di stampa iraniana Tasnim, Khamenei giura che “il nemico Israele non vincerà a Gaza e in Libano”. “Bombardare le case della gente a Gaza e in Libano non è una vittoria”, afferma. “Gli sciocchi non dovrebbero pensare che solo perché bombardano le case, gli ospedali e le comunità della gente, abbiano vinto. No, nessuno considera questa una vittoria”.
“Quello che hanno fatto i sionisti è un crimine di guerra”, continua. “Hanno emesso un mandato di arresto, questo non è abbastanza: una condanna a morte deve essere emessa per Netanyahu. Una condanna a morte dovrebbe essere emessa per questi leader criminali”.
Nuovi raid israeliani contro la periferia meridionale di Beirut, considerata una roccaforte degli Hezbollah libanesi, sono scattati questa mattina dopo un ordine di evacuazione da parte dell’esercito israeliano. Colonne di fumo si sono levate da due aree colpite mentre l’agenzia di stampa nazionale ufficiale riferiva di “due attacchi successivi”. Il portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, aveva avvertito sulla piattaforma X che sarebbero stati presi di mira basi filo-iraniane di Hezbollah.
Quattro persone sono state uccise e diverse sono rimaste ferite in un attacco israeliano a una casa nella zona di Musbah, vicino a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti mediche.
Circa 20 razzi sono stati lanciati dal Libano verso le zone dell’Alta Galilea e della Galilea occidentale, nel nord di Israele. Lo rende noto l’esercito israeliano, aggiungendo che alcuni razzi sono stati intercettati, mentre altri sono caduti in aree aperte.
Sono almeno 44.235 le persone che uccise in più di 13 mesi di guerra tra Israele e i militanti palestinesi. Lo rende noto il ministero della Salute della Striscia di Gaza controllato da Hamas, aggiungendo che il bilancio include i 24 morti dell’ultimo giorno. Il ministero inoltre ha affermato che 104.638 persone sono rimaste ferite nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra.