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In Ucraina una “crisi mai finita”, ma l’Ordine di Malta lavora alla speranza

MondoIn Ucraina una “crisi mai finita”, ma l’Ordine di Malta lavora alla speranza

ROMA – “Dopo quasi tre anni di guerra sono 7 milioni gli ucraini rifugiati all’estero che forse non potranno tornare mai più, e 5-6 milioni di sfollati interni, rimasti senza nulla e con problemi di integrazione sociale”. Questa la fotografia dell’Ucraina che l’Ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta in Ucraina, Antonio Gazzanti Pugliese di Cotrone, fornisce nel corso della Conferenza internazionale dal titolo ‘La crisi umanitaria in Ucraina in tempo di guerra e il sostegno dell’Ordine di Malta’, organizzata dal Sovrano Militare Ordine di Malta in collaborazione con l’Ambasciata dell’Ucraina presso l’Ordine di Malta.
L’ambasciatore denuncia “i civili usati come scudi umani” e “i bambini a cui è diventato impossibile andare a scuola. Eppure- riferisce ancora- colpisce la determinazione con cui la popolazione intende andare avanti e ricostruire il proprio futuro. Chiedono solo di non essere abbandonata”. Il diplomatico evidenzia poi: “La nostra ambasciata è una delle pochissime che non hanno mai abbandonato Kiev, e continueremo a stare al fianco della popolazione fintanto che sarà necessario”. Quindi, denunciando anche “il declino dell’attenzione umanitaria alla crisi e dei fondi”, lancia un appello a “un approccio di medio-lungo termine oltre l’emergenza”, che porti alla “ricostruzione materiale e dello spirito”.

Nel corso della conferenza è stato messo in evidenza l’aiuto dato all’interno del paese attraverso 230 partner locali, ed esternamente, ai profughi in fuga, anche attraverso “punti d’aiuto” alle frontiere con Polonia, Romania, Slovenia, “che per mesi hanno funzionato 24 ore su 24” come ha illustrato Pavlo Titko, direttore del Malteser Relief Service in Ucraina, secondo cui “la crisi umanitaria non è affatto finita”. Ad oggi, assicura il dirigente, sono stati distribuiti milioni di pasti, migliaia di pacchi alimentari, kit igienici e per l’inverno, nonché migliaia di giocattoli e doni per i bambini, mentre il numero di generatori di energia elettrica distribuiti “è secondo solo all’intervento dell’Onu”.

Il responsabile ricorda, citando dati delle Nazioni Unite, che in Ucraina dal 24 febbraio 2022 ben 3 milioni di bambini sono stati colpiti dal conflitto, 633 hanno perso la vita e 1.551 sono stati feriti. Tra questi, tanti gli amputati, ed è stato proprio un bambino di 13 anni – racconta il responsabile – a ricevere la prima protesi nell’apposita clinica creata dall’Ordine di Malta a Leopoli. “Non è stato colpito da un ordigno- chiarisce il direttore del Malteser- ma ha perso un braccio lavorando, usando un macchinario agricolo, perché il padre è al fronte e lui è diventato operaio per mantenere la famiglia”. A proposito di chi perde un arto, interviene Yehor Iordek, psicologo clinico che lavora nel progetto del Malteser Relief service all’ospedale Feofania di Kiev contro la sindrome del dolore fantasma da amputazioni. “In Ucraina- avverte- aumenta il numero delle mine, e quindi anche il numero delle amputazioni, che ha già superato quello della prima guerra mondiale. Ancora non abbiamo le cifre definitive ma i bilanci indicano oltre 100mila amputati, di cui il 70% ha la sindrome del dolore fantasma e il 30% lo ha ormai in forma cronica. Inoltre, molti degli amputati sviluppa ansia e depressione che nel 30% dei casi porta al suicidio”. Per scongiurare questo epilogo, il dottor Iordek assiste “16 pazienti al giorno. È estenuante. Abbiamo fatto oltre 1.500 sedute ma non intendiamo fermarci”.

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