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“In Siria gli islamisti avanzano”: la testimonianza di padre Firas Lutfi di Hama

Mondo“In Siria gli islamisti avanzano”: la testimonianza di padre Firas Lutfi di Hama

ROMA – “Hama, la mia città natale, è il cuore della Siria; l’esercito si è posizionato in periferia, pronto a difenderla; noi preghiamo anche per le famiglie e i bambini che frequentano il Centro di cura francescano, aperto a tutti, cristiani e musulmani”. Con l’agenzia Dire parla padre Firas Lutfi, frate minore per molti anni ad Aleppo, ora guardiano e parroco di Damasco.

“TUTTI DEVONO PASSARE PER HAMA”

L’intervista, al telefono dalla capitale, si tiene mentre arrivano notizie su un’ulteriore avanzata dei ribelli di Hayat Tahrir al-Sham (Hts). “Una formazione islamista”, dice padre Lutfi, “che ha ottenuto finanziamento e addestramento da potenze straniere e che ora vuole prendere una città snodo nevralgico a livello nazionale”.Hama si trova a circa 130 chilometri a sud di Aleppo, occupata dai ribelli venerdì scorso, e a circa 180 a nord di Damasco, base del governo del presidente Bashar Al Assad. “Tutti devono passare da questa città o dalla vicina Homs”, evidenzia padre Lutfi, “che vogliano raggiungere le regioni settentrionali o quelle meridionali, andare verso est o verso la costa”.Il frate conosce tutte queste strade. Per 14 anni ha vissuto ad Aleppo, “prima, durante e dopo l’occupazione da parte dei jihadisti”, sottolinea, in riferimento al periodo della guerra civile divampata sull’onda delle “primavere arabe”: quello che va dall’ingresso dei ribelli, nel 2012, fino alla riconquista da parte delle forze governative, nel 2016.

PAURA PER IL CENTRO DI CURA FRANCESCANO DI HAMA, “SPAZIO PER TUTTI”

“Ora sono molto preoccupato” confida padre Lutfi. “Aleppo è caduta in meno di 24 ore, senza che ci fosse alcuna resistenza, nemmeno presso i commissariati di polizia o i centri dell’intelligence”.Non c’è però solo la seconda città della Siria, al centro dei combattimenti sin dall’inizio del conflitto nel 2011. I ribelli avanzano ora verso sud. “Con i confratelli ad Hama abbiamo creato un Centro di cura francescano, che è gestito da una piccola parrocchia siro-cattolica” riferisce padre Lutfi. “E’ uno spazio aperto a tutti, cristiani e non, dove sono accolti i bambini e le famiglie che hanno subito traumi, anche psicologici, come nel caso dei minori costretti a imbracciare armi”.L’idea ispiratrice era quella di aprirsi “un’oasi di pace” in un tempo che purtroppo è di guerra. “Il Centro ha una supervisione francescana da Aleppo e conta poi sul lavoro quotidiano di esperti e psicologi del posto, originari di Hama” sottolinea padre Lutfi. Che si sofferma sulle tante anime della comunità cristiana: “C’è una parrocchia siro-cattolica e poi due siro-ortodosse e greco-ortodosse, mentre nella vicina città di Homs restano i padri gesuiti”.

AD ALEPPO LA “RESISTENZA” DEI FRANCESCANI

C’è chi è restato anche ad Aleppo, occupata da Hayat Tahrir al-Sham. “I confratelli del Collegio francescano, quello colpito da un bombardamento nel fine-settimana, si chiamano Samhar Isaak e Bassam Zaza” riferisce padre Lutfi: “Ci sentiamo ogni giorno e stanno bene, anche se non hanno dimenticato lo shock del bombardamento, che la distrutto la loro abitazione e pure la panetteria, dove c’era tanta farina da distribuire ai poveri costretti a casa dal coprifuoco”.Flashback di qualche anno fa. “Pure quando vivevo lì il Collegio fu centrato da un missile” ricorda padre Lutfi: “Perse la vita una donna anziana, René Salem, che aveva 94 anni e che da sei era nostra ospite”.La violenza è tornata o forse non è mai finita. E in tanti sostengono che in Siria, con il ruolo della Russia in favore del governo o della Turchia a supporto di forze ribelli, si combatta in realtà parte di quella “guerra mondiale a pezzi” tante volte denunciata da papa Francesco. “Il Paese è ostaggio di un gioco politico internazionale” dice padre Lutfi. “Tutti, le potenze della regione ma non solo, vogliono prendere posizione”.La tesi del francescano è che questa sia anche una guerra “per procura”, combattuta da “soci” di altri. “La Siria ha diviso il mondo e il mondo ha lacerato la Siria, proprio come accade per la Striscia di Gaza o per l’Ucraina” denuncia padre Lutfi. “Le milizie islamiste sono state addestrate e sostenute e oggi hanno a disposizione armi sofisticate”.Una deriva conseguenza anche di tanti errori, compresi quelli di Assad. “Nessun governo al mondo è angelico, democratico al cento per cento e immune agli sbagli” dice padre Lutfi. “Quando prese il potere il presidente promise di combattere la corruzione: oggi ci chiediamo se nel nome di questa lotta o magari nel nome della democrazia sia giusto armare milizie e distruggere il patrimonio della Siria, storicamente culla e ponte del dialogo tra Oriente e Occidente?”
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