venerdì, 27 Settembre , 24

Mosaici chiude l’estate con Antonella Ruggiero

Il Festival Multidisciplinare Mosaici organizzato dagli Artisti...

In Liguria scontro M5s-Iv, si riduce la coalizione per Orlando

Veto Conte, renziani si chiamano fuori, trattative...

Mattarella: su migranti no risposte ingannevoli ma ingressi regolari

All'Europa servono "campioni" per competere alle sfide...

Avvocati, AIGA: Legge professionale disciplini utilizzo IA negli studi

“Occuparsi dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale negli studi professionali...

In Belgio il dramma delle adozioni forzate, parla una vittima

video newsIn Belgio il dramma delle adozioni forzate, parla una vittima

Lieve Soens portata via alla madre adolescente dalle suore

Bruxelles, 27 set. (askanews) – In Belgio, il Papa ha incontrato le vittime di violenze sessuali commesse da ecclesiastici, ma un’altra questione scuote da anni la Chiesa belga, le cosiddette adozioni forzate: bambini sottratti alle madri con la complicità delle suore.È successo a Lieve Soens, adottata da una coppia belga subito dopo la sua nascita nel 1974 in una clinica di Dunkerque (Francia settentrionale). La donna, 50 anni, sta cercando di capire in quali condizioni la sua madre biologica, all’epoca adolescente, fu portata a Dunkerque da suore belghe provenienti da Lommel – a più di 200 chilometri di distanza – per dare alla luce una bambina che non avrebbe mai più rivisto.”Sono arrabbiata? No, non con mia madre. Non ho nessuna rabbia nei suoi confronti. È più una tristezza e una specie di dolore. Ma verso la Chiesa, le suore, e anche verso Lommel e la clinica La Villette, c’è sicuramente rabbia. Ho nel mio archivio nomi di suore, questo è certo. Non è una cosa che ci inventiamo. Non sono l’unica. Ci sono diverse vittime. Perché non siamo state ascoltate, non lo so. Questo, davvero, non lo so”.Debby Mattys è coordinatrice delle vittime di adozioni forzate: “Abbiamo la sensazione che la Chiesa non ci ascolti ancora bene. Tuttavia, continuiamo a trovare il modo di parlare, di collaborare con loro, perché il male è lì. Ogni giorno conta per ottenere i nostri dossier, per poter trovare le persone, per riunire i bambini separati con i loro genitori biologici”

Potrebbe interessarti

Check out other tags:

Articoli Popolari