ROMA – Bonificato. Degrillizzato. Al netto della dozzina di giovani contestatori e contestatrici, il Movimento Cinquestelle di Giuseppe Conte non conosce il dissenso. Quorum raggiunto, fondatore ridimensionato, radici nel campo progressista. Con buona pace dei tifosi di Beppe Grillo. Chiara Appendino s’aggira schiva tra i corridoi del palazzo dei Congressi. Virginia Raggi ha avvisato i vecchi amici con un whatsapp: “Avevo già un altro impegno per oggi. Forse passo domani”. Forse. Alessandro Di Battista, da tempo lontano dal Movimento, è al parco giochi con i figli mentre Conte lancia Nova e sciacqua la bocca del partito del ‘vaffa’. La platea tifa per lui e per la direzione che sta imprimendo al Movimento. Grillo non si vede, chissà domani. “Andiamo avanti”, taglia corto Conte.
Al palazzo dei Congressi la mutazione del Movimento si vede e si tocca. Il big bang di Grillo è lontano, ora nasce ‘Nova’. Per dire: i giornalisti non sono più “giornalai”, ora coccolati da un buffet che però sparisce alle 20, sul più bello, mentre Spampinato non mostra la minima intenzione di mollare il palco e lasciar chiudere la prima giornata a Conte. Tutt’intorno trionfa il colore azzurro e la scritta bianca ‘Nova’. Anche il tondo col simbolo del Movimento diventa bianco e blu. Fa molto Forza Italia. Qui, dieci anni fa, Silvio Berlusconi chiuse la campagna elettorale per le Europee.I militanti grillini, per la stragrande maggioranza, sono romani e romane. C’è un nutrito gruppo di campani che stravede per l’ex premier e per Roberto Fico. L’ex presidente della Camera è uno dei vincitori di questa partita. Sorride sornione e fa avanti e indietro tra militanti e giornalisti. La convention è “bella bella bella”, sorride Paola Taverna. Come Amanda Sandrelli con Massimo Troisi. Era il 1400, quasi 1500. E’ euforica.
Nel corridoio nord c’è la stanza dei bottoni di Vito Crimi. C’è scritto ‘Assistenza voto’ fuori. Là dentro l’ex capogruppo a Montecitorio tiene il conto di quanti iscritti hanno votato. Ogni tanto se ne intrufola uno o una che non riesce a votare dal telefonino e vorrebbe, appunto, assistenza. Un’anziana romana ne emerge dopo 20 minuti di assistenza. Inutili: “Mi hanno detto che è colpa del telefonino, è troppo pieno. Ma posso cancellare le foto di mio nipote? Ho chiamato mia figlia che m’ha detto ‘a ma’, cambia partito…'”. Risate.
Sono le 18.30 e nessuno si affanna più a cercare voti. Da un po’ Conte, e non solo lui, sa di aver passato il traguardo. Lo dirà dal palco alle 19.30. Due ore prima Crimi gli ha mandato un messaggio: “Quorum raggiunto”. Il presidente Cinquestelle tira un sospiro di sollievo quando incrocia l’uomo dei voti in un corridoio, sorride, lo ringrazia con un affettuoso pugnetto sulla spalla: “Ho ricevuto il messaggio, grazie”. A quel punto, l’ex premier si concede a giovani e telecamere, il brivido astensione è archiviato.
Nel palazzo, intanto, si aggirano alcuni ex parlamentari. Stefano Buffagni, Giulia Sarti, Giuseppe Brescia, Alberto Airola, Giulio Castaldi. “Anche Conte è un politico, hai ragione- osserva Airola parlando con un giovane non del tutto convinto del nuovo corso- ma è uno bravo…”. Ride. “Certo che ho votato- aggiunge- ma mica tutti sì”.
Son giorni che i contestatori della linea contiana provano a organizzare l’astensione via web. “Decidiamo davvero, non votiamo”: è il post che girava su Facebook. Andiamo o no a contestare, si domandavano. Alla fine al Palazzo dei congressi si presentano in nemmeno 20. Maglietta bianca con Grillo e Casaleggio: “Siete come il Pd”, gridano a Conte che ha appena iniziato i suoi saluti alla platea. Anni fa era un insulto terribile. Ora potrebbe essere il futuro delle alleanze grilline. Conte incassa la contestazione con stile: “Noi siamo trasparenti, accettiamo il dissenso”. Intanto i contestatori, che si definiscono ‘I figli delle stelle’, sono stati educatamente accompagnati alla porta. S’intrufola nelle orecchie il capolavoro di Alan Sorrenti: “Io non cerco di cambiarti, so che non potrò fermarti, tu per la tua strada vai, addio ragazza ciao…”.Fuori dal palazzo fa buio, Roma si colora d’arancione. Sono passate le 21 e manca ancora Conte che, fanno sapere, risponderà alle domande della platea. Tipo talk di prima serata. Seconda, ormai.
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