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I maschi, le ostriche e lo Sri Lanka: ecco chi ci salverà dal granchio blu

PoliticaI maschi, le ostriche e lo Sri Lanka: ecco chi ci salverà dal granchio blu

di Luca Donigaglia e Cristina Rossi
BOLOGNA – I “maschi” usati come esche per le femmine, in una maxi offensiva di cattura dei granchi blu: è questo in sintesi il piano d’intervento principale pensato, prima per le zone del ferrarese e del rodigino poi, “se andrà bene verrà esteso al resto d’Italia”. Lo ha annunciato il commissario all’emergenza, Enrico Caterino, nell’aula delle commissioni della Camera, Ambiente e Agricoltura, riunite per fare il punto sul fenomeno che attanaglia in particolare l’alto Adriatico, nella giornata di ieri. L’auspicio è di riuscire a portare a termine il piano strategico “entro fine novembre o inizio dicembre”, consegnandolo ai due ministeri coinvolti (Agricoltura e Ambiente).

“LE FEMMINE POSSONO DEPORRE MILIONI DI UOVA OGNI ANNO”
Caterino spiega di aver avviato un gruppo di lavoro “ristretto, per decisioni veloci”, con delegati sia delle marinerie di Goro e dell’area rodigina del delta sia degli enti locali, in coordinamento coi prefetti con il compito di mettere a punto proposte per il contrasto alla proliferazione massiccia della “specie aliena” che ha messo in ginocchio il settore della pesca in queste zone. Dunque, la prima idea di contrasto nell’area più colpita dell’Adriatico (nella Venezia Giulia ci sono stati solo danni alle reti e anche in Puglia i disagi risultano minori) prevede campagne di cattura selettive. Bisogna catturare le femmine di granchio ‘alieno’, dalla capacità di riproduzione altissima: depongono più volte all’anno dalle 700.000 ai due milioni di uova, ma qualche esperto alza la soglia fino ai sette-otto milioni. L’imperativo è intercettare le femmine dopo la fecondazione, quando si spostano verso il mare, ma anche nella fase di prefecondazione: tra gli altri, anche “un biologo americano è stato da noi e ci ha spiegato come dalle loro parti prendano le femmine con un granchio blu maschio che fa da esca”, nella gabbia di cattura.
I TEMPI, GLI ‘ATTREZZI’ DI INTERVENTO E UN FONDO DA 37 MLN DI EURO
Ma continua Caterino in aula: “La campagna intensiva sarà in marzo-aprile, è lì che bisogna intercettare le femmine. Il sistema si faccia trovare pronto. Vediamo che flotte serviranno a questo scopo, i pescatori me le dovranno far avere sia per laguna di Goro sia per il rodigino”. Una menzione speciale meritano gli attrezzi di cattura: “Sulle attrezzature, vediamo se si tratta di strumenti già formalmente legali oppure se ci sarà bisogno di una deroga. Di sicuro, non dovranno compromettere i fondali. Quindi no reti a strascico, ad esempio”, assicura il commissario confermando l’intesa di lavoro, in tutto questo, con Ispra, Crea e Cnr”. Intanto, più in generale, il commissario assicura che il Governo segue “con attenzione” il problema granchio blu e fa il punto sui fondi anticrisi: “Sono stati stanziati 37 milioni di euro” anche a favore del seme dei molluschi, in modo da ripopolare le zone colpite; il bando era partito con 10 milioni, poi si è saliti senza scordare i i 2,9 milioni iniziali”, datati 2023, per le prime fasi di cattura e smaltimento e del granchio. In ogni caso, aggiunge Caterino, i “ristori ai pescatori stanno andando avanti: ci sono due tranche in pagamento, delle quali una in arrivo, che liquidano le capitanerie di porto”.

“DALLO SRI LANKA UN’OFFERTA PER I GRANCHI BLU DEL DELTA”  
La seconda opzione nella lotta al granchio alieno potrebbe arrivare da lontano. Dopo la ‘pista turca’, infatti a tendere la mano è lo Sri Lanka. Sempre nell’ottica di considerare il crostaceo alieno come una risorsa, Caterino sta ascoltando infatti molto seriamente l’ultima proposta arrivata. La società di un imprenditore dell’isola dell’oceano Indiano, con un giro d’affari di 100 milioni di dollari all’anno e uno stabilimento di lavorazione del pesce, granchio blu compreso, sarebbe più che disponibile a “prendere tutto quello che si cattura” tra i territori del delta, a Goro e dintorni così come nel rodigino. Prendere tutti i granchi, quindi, “senza distinzione tra maschio e femmina o di pezzatura. I piccolissimi granchi non li vogliono, ma per il resto prendono tutto. È una buonissima proposta, che a noi andrebbe molto bene per contenere la popolazione” del granchio. Sono le parole del commissario oggi nell’aula delle commissioni della Camera, Ambiente e Agricoltura, riunite per fare il punto sulla vicenda del granchio killer di vongole e cozze nell’Adriatico e non solo.  Sull’offerta dallo Sri Lanka, aggiunge il commissario in aula: “Non posso entrare nelle trattative commerciali, ma sto cercando di convincere i pescatori ad unirsi in questa trattativa per ottenere il prezzo migliore dall’imprenditore dello Sri Lanka”, continua Caterino. Se andasse in porto, si risparmierebbero fondi pubblici per dirottarli su altre voci, spiega Caterino ai deputati citando ad esempio gli incentivi di settore, per “far diventare le nostre marinerie autonome dal punto di vita del approvvigionamento del seme, sia di vongole sia di cozze”, come già studiato a livello nazionale. Il precedente ‘straniero’, emerso a inizio ottobre, è stato quello della società turca che ha contattato i pescatori del delta padano, nell’ambito di un investimento da 30 milioni di euro, per l’allevamento del crostaceo in modo da valorizzarlo come ‘moeca’, il granchio diventato morbido appena dopo aver completato la muta (negli Usa una singola moeca vale ben 8 dollari sul mercato).
“GLI ALLEVATORI PUNTINO SULLE OSTRICHE”
Un altro passaggio importante e utile a contrastare l’invasione dei granchi blue e a salvare il comparto ittico locale è la “diversificazione della produzione” degli allevatori di molluschi del delta del Po. Il commissario spiega come si stia già puntando all’ostrica: “A Goro la stanno sperimentando”, perché “è molto più resistente di vongole e cozze ai cambiamenti climatici e agli attacchi di granchio”. Di qui l’invito a indirizzare proprio su questo mollusco bivalve le marinerie, anche grazie a possibili incentivi: “C’è la disponibilità da parte del ministero dell’Agricoltura ad abbattere l’Iva sulle ostriche, che oggi è al 20%. Se puntiamo al 10% o meglio ancora al4%, il settore diventa competitivo” come non mai a livello nazionale.
Caterino ricorda che “la Francia ha di fatto il monopolio sulle ostriche, per la produzione del seme” in chiave ripopolamento degli allevamenti: “Se ci stacchiamo, quindi, bene”, confida Caterino. Sugli allevamenti di vongole, il commissario conferma le protezioni in corso “con reti e teli : in certi casi hanno funzionato e in altri no, se il fondale è profondo le reti non tengono. Stiamo facendo una mappatura. Ci saranno anche le gabbie intorno, per la cattura del granchio” quando il piano in arrivo ai ministeri entrerà nel vivo, tra marzo e aprile.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it

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