“Per terra e per mare. Gli Etruschi di frontiera tra mobilità e integrazione” è la mostra immersiva che fino al 10 dicembre abita le sale del Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano, in provincia di Salerno.
Curata da Carmine Pellegrino e Luigina Tomay, la mostra, attraverso immagini suggestive, ricostruisce e documenta la storia di Pontecagnano, insediamento etrusco più a sud d’Italia, a partire dalla sua fondazione del IX fino al III secolo A.C.
L’esposizione si colloca all’interno del più ampio tema della collezione permanente del Museo diretto da Ilaria Menale: “Etruschi di frontiera”, dedicato a tutti aspetti di una comunità ‘di frontiera’, oggi documentati da nuove scoperte e approfondimenti scientifici.
Circolazione di oggetti, di popolazioni, produzioni artigianali, condivisione di ideologie e modelli sono documentati da nuove scoperte e approfondimenti scientifici, che restituiscono un quadro ampio e affascinante, dove la grande storia di popoli e civiltà del Mediterraneo antico si intreccia con le piccole storie di comunità della Campania e dell’Italia Meridionale.
Dagli scavi e studi su Pontecagnano, avvenuti negli ultimi sessant’anni, è emerso che gli Etruschi di frontiera erano una comunità aperta ai contatti e agli scambi con i diversi popoli del Mediterraneo, capaci di attrarre e integrare individui e gruppi differenti per cultura e provenienzafiorente, sia per la grande disponibilità di terre coltivabili, sia per la posizione costiera che assicurava facili approdi.
L’insediamento antico di Pontecagnano sorgeva su un ampio terrazzo costeggiato da corsi d’acqua, in una posizione nevralgica per le comunicazioni terrestri e marittime, dove convergevano itinerari provenienti dalla Campania settentrionale, Irpinia e area adriatica, Piana del Sele e Lucania. I facili approdi offerti dalla laguna costiera del Lago Piccolo l’hanno reso un importante scalo per la navigazione lungo le coste tirreniche.
La prosperità e la ricchezza dell’insediamento fecero sì che giungessero a in città materiali di pregio provenienti da Sardegna, Sicilia, Grecia, Egitto e Medio Oriente. La capacità di attrazione del sito si fondava sia sulla disponibilità di risorse che sulla facilità di integrazione dei nuovi individui, il cui inserimento nel tessuto sociale della città è testimoniato dall’ubicazione delle loro sepolture all’interno della necropoli urbana dove, la conservazione nelle sepolture di alcuni elementi peculiari del costume d’origine – oggetti d’ornamento, particolari forme di vasellame – ne consente facilmente l’identificazione.
Il percorso espositivo si snoda attraverso quattro sezioni dedicate ai temi principali: mobilità, forme ideologiche e sistemi di rappresentazione condivisi, circolazione di oggetti, produzioni artigianali. I temi sono declinati in sequenza cronologica (dall’Età del Ferro a quella Orientalizzante, dall’età arcaica e tardo-arcaica alla conquista sannitica), e consentono di delineare i fenomeni di interazione che emergono a Pontecagnano nelle diverse epoche.
Reperti e contesti inediti guidano il visitatore attraverso un viaggio all’interno della città ‘multiculturale’, con l’esposizione di oggetti che documentano i contatti stabiliti dalla comunità etrusca di Pontecagnano, i fenomeni di mobilità e di interazione culturale che, grazie all’amplissima documentazione archeologica disponibile, fanno della città un punto di osservazione privilegiato per lo studio e l’approfondimento di queste tematiche.
La sala immersiva, che racconta con ricostruzioni visive e sonore l’antica Pontecagnano, attraversando i temi del viaggio e della mobilità di uomini, idee, modelli culturali e saperi artigianali, è parte del percorso espositivo permanente del Museo, ampliando così l’offerta culturale e l’esperienza di visita individuale e collettiva delle collezioni degli ‘Etruschi di frontiera.
La mostra è realizzata dalla Direzione Regionale Musei Campania diretta da Marta Ragozzino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno, con il patrocinio del Comune di Pontecagnano Faiano e il supporto della Regione Campania (POC 2014-2020) attraverso la Sca
Adriana Talia