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Gioco pubblico, Cardia: Limitazioni senza effetto

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“Spesa giocatore aumentata”

Roma, 8 nov. (askanews) – “Nel libro ho messo in evidenza dei cortocircuiti sulla regolamentazione del gioco fisico. Contrastare il gioco pubblico con distanziamenti e limitazioni di orario in realtà non ha avuto l’effetto sperato dalle frammentate leggi regionali, come avvalorato dagli esperti sanitari. La spesa del giocatore è anzi aumentata complessivamente in questi anni di interventi legislativi, già che i consumatori continuano a giocare posto che le limitazioni non sono applicate a tutti i giochi, oppure si rivolgono al gioco illegale. I distanziometri presentano parametri tecnici così estesi da rendere impraticabile la distribuzione dell’offerta di gioco in molti territori. Risulta da perizie urbanistiche che così si installerebbero punti di gioco ai margini dei territori, ed è a tutti gli effetti una ghettizzazione”, lo ha detto l’avvocato Geronimo Cardia intervenuto a un The Watcher Talk, il format di The Watcher Post. “Varese ha portato la limitazione di 16 ore al giorno, in questo modo gli operatori non sono in grado di fornire il servizio dello Stato. Nascono problemi sia per gli operatori sia per lo Stato, che non riesce a fare le gare per le concessioni già scadute, mentre gli operatori pagano delle proroghe imposte, onerose anche per prodotti che non riescono a distribuire sul territorio proprio per le norme espulsive dei territori. C’è un tavolo tecnico in cui MEF e Agenzia dei Monopoli e delle Dogane stanno provando a spiegare questi aspetti alle regioni. Bisogna armonizzare e abbassare il livello di tassazione del gioco pubblico”. Lo ha detto Geronimo Cardia, avvocato e autore del libro “Il gioco pubblico in Italia: riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali”.

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