BOLOGNA – Per l’8 marzo a Bologna anche lo shopping è di lotta. La battaglia è quella delle lavoratrici del gruppo La Perla, che alcuni mesi fa, per affrontare i tempi lunghi della vertenza, hanno dato vita a ‘Unicheunite’, un progetto di resistenza che è anche un marchio: una figura femminile stilizzata, da sola o per mano ad altre donne, compare su ciondoli, accessori, borse e magliette, realizzate dalle stesse ‘mani’ che producono i capi di corsetteria di La Perla, conosciuti in tutto il mondo. ‘Ex Aequo’, la Bottega del Mondo di via Altabella ha deciso di sposare la lotta delle ‘perline’ e in occasione dell’8 marzo ha allestito uno spazio ad hoc in negozio per la vendite delle t-shirt ‘UnicheUnite’, realizzate assieme alla cooperativa di commercio equo e solidale, Altraqualità.
“È una bellissima storia di lotta al femminile: di fronte alla negazione del diritto al lavoro donne hanno deciso di lottare insieme, facendo qualcosa che va oltre la protesta”, racconta Valeria Baraschi, responsabile del negozio. Dunque, all’interno della Bottega del mondo è stato allestito uno spazio per la messa in vendita delle magliette. In vetrina una vecchia macchina da cucire, simbolo della maestria delle lavoratrici de La Perla e due manichini con indosso le t-shirt con l’inconfondibile logo di Unicheunite, donne che si tengono per mano formano un cuore. Del resto, “restare unite è la nostra forza”, spiegano le sarte e le impiegate di via Mattei nel volantino che accompagna le loro produzioni. Le magliette sono in vendita a 28 euro. Il prezzo finale tiene conto di tutti gli attori della filiera solidale, dal produttore (un’impresa di fair trade in India), alla personalizzazione fatta da Unicheunite, passando per gli importatori e la bottega che vende il prodotto finale.
Nel 2024 la Perla avrebbe dovuto festeggiare il 70esimo anniversario dalla fondazione. Invece, è stato l’anno più difficile nella storia del brand, passato nel 2018 nelle mani del fondo Tennor, che l’ha portato in poco tempo sull’orlo del baratro. A tenere viva la speranza di salvare il gruppo sono state le lavoratrici, che hanno, con le loro iniziative di protesta, mantenuto alta l’attenzione sulla situazione aziendale, resa complicata dallo spostamento della proprietà del marchio in una delle società del gruppo di diritto inglese, per la quale è stata aperta a Londra una procedura di liquidazione. Anche per le controllate italiane è stato avviato un iter analogo con La Perla Manifacturing in amministrazione straordinaria. Dopo mesi di confronto, i liquidatori italiani e inglesi hanno trovato un accordo e il gruppo La Perla sarà ceduto in blocco attraverso un bando pubblico che conta già una ventina di manifestazioni d’interesse.
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