Più che fede sembra uno show di cattivo gusto
C’è chi la fede la porta nel cuore e chi, invece, la fa trascinare da due buoi sotto il sole cocente per chilometri, magari aggiungendoci pure una bambina legata a dei cavi, fatta volare nel vuoto come se fossimo a Gardaland. Succede tutto a Giugliano in Campania, durante i festeggiamenti della Madonna della Pace. Ma di pacifico, a dirla tutta, si è visto ben poco.
Per i devoti, è “tradizione”. Per molti cittadini attoniti, invece, è sembrato più un episodio di Black Mirror con la regia di uno zio ubriaco.
I buoi, due creature meravigliose e pacifiche, sono stati costretti a trainare il solito carro trionfale. Inizio all’alba, fine a notte inoltrata. Caldo africano, rumore assordante, spinte, applausi, sudore. Li hanno chiamati “simbolo di forza e dedizione”, ma vederli barcollare sotto il peso del folklore faceva venire più voglia di piangere che di pregare.
E come se non bastasse, ecco l’angelo volante: una bambina issata nel vuoto a decine di metri d’altezza, appesa a un cavo, tra lo stupore generale e l’ansia collettiva. “È la fede che la sostiene”, dicono alcuni. Ma no, tranquilli, è un’imbracatura — e speriamo almeno omologata.
Il deputato Francesco Emilio Borrelli, da sempre voce fuori dal coro contro gli eccessi del folklore, ha commentato così:
“Tradizioni che umiliano gli animali e mettono a rischio la vita dei bambini non sono tradizioni, sono barbarie. Basta nascondersi dietro il ‘si è sempre fatto così’. È ora di scegliere: vogliamo una società che celebra la vita o che la sacrifica per lo spettacolo?”
Borrelli annuncia interrogazioni parlamentari, controlli e richieste di divieti. Ma la vera domanda resta: davvero vogliamo continuare a chiamare “devozione” tutto questo?
Forse è arrivato il momento di rispolverare l’unico vero miracolo che ci serve: quello del buon senso.
Fabio De Rienzo
